Abbordato in garage, sconosciuta gli ruba il prezioso orologio

Abbordato in garage, sconosciuta gli ruba il prezioso orologio
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MIRANO - Un colpo da oltre quindicimila euro. E che probabilmente è tutt’altro che improvvisato. Perché un Patek Philippe Nautilus non è un orologio che tutti indossano anzi. Si tratta di un “segnatempo” da polso fra i più prestigiosi al mondo, indossato da chi sa apprezzare oltre all’estetica anche la meccanica di un piccolo grande gioiello. Lo stesso che una ladra procace, aiutata da un complice, ha strappato a un 65enne di Mirano, qualche giorno fa. L’ipotesi più probabile è che i due abbiamo individuato la vittima predestinata per tempo, attendendo quindi il momento più adatta - dal loro punto di vista - per entrare in azione. Non si esclude nemmeno il fatto che il pedinamento sia iniziato ben prima dall’agguato, addirittura nei gironi precedenti.

  D’altronde, lo ripetiamo, non è da tutti sfoggiare uno degli orologi sportivi di lusso di alta gamma, il cui prezzo per certi modelli a tiratura limitata può superare anche i 400mila euro.
L’approccio con la “preda” scatta in un luogo lontano da occhi indiscreti. Nel primo pomeriggio. Nel garage sotterraneo del centro medico di via Vittoria. Il 65enne ha appena terminato una visita e si sta avviando verso l’auto per rientrare a casa. La sconosciuta mette in scena un vero e proprio approccio a sfondo sessuale, cogliendo di sorpresa il pensionato che lì per lì non capisce e poi rifiuta deciso le profferte. Ma è troppo tardi. Dal nulla spunta infatti un uomo che mentre la donna lo trattiene strattonandolo, si impossessa a forza del Patek per poi scappare a piedi e guadagnare l’uscita. Dove ad aspettarli ci sarà stato il “palo” in attesa al volante di una macchina su cui dileguarsi in più in fretta possibile.

È stato lo stesso derubato a chiamare i carabinieri. Sul polso e sulla mano i segni delle escoriazioni provocate dallo “strappo” dell’orologio. Ai militari ha detto che non ricorda molto della coppia perché è stato tutto così veloce da non lasciargli il tempo di imprimersi nella memoria dettagli utili alle indagini. E nemmeno i filmati registrati dal sistema video installato nel seminterrato si sono rivelati di aiuto: i due hanno “aggredito” la preda in un angolo cieco che non risulta coperto dall’impianto di telesorveglianza. Gli investigatori stanno comunque controllando le vie limitrofe in cui ci sono telecamere di sicurezza che potrebbero quindi avere inquadrato i due di passaggio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino