Sorteggiare i senatori? L'idea di Grillo è inquietante e rivelatrice di una cultura illiberale

Sorteggiare i senatori? L'idea di Grillo è inquietante e rivelatrice di una cultura illiberale
Egregio Direttore, la proposta del fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo che i Senatori della Repubblica siano sorteggiati invece che eletti dai cittadini, credo sia da...

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Egregio Direttore,
la proposta del fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo che i Senatori della Repubblica siano sorteggiati invece che eletti dai cittadini, credo sia da considerare come una battuta umoristica anche che se, a onor del vero, non fa tanto ridere ma piuttosto piangere. Detto ciò, vista l'ironia del personaggio e il tono della proposta, perchè non abbinare il sorteggio dei Senatori alla lotteria Italia meglio conosciuta come letteria di capodanno? Magari qualche fior di galeotto potrebbe sedere a Palazzo Madama.


Celeste Balcon 
Belluno


Caro lettore, 
confesso che in politica mi hanno sempre fatto più paura gli incapaci dei manigoldi e truffatori. Non nutro simpatie né per gli uni né per gli altri, naturalmente. Ma dagli aspiranti galeotti, applicando le leggi e attuando un'efficace azione preventiva e repressiva, ci si può difendere. O almeno provarci. Dai secondi no, non c'è speranza: un amministratore onesto ma incapace può fare molti più di danni alla cosa pubblica di un politico con l'attitudine a rubare o rubacchiare. Insomma, come abbiamo ricordato più volte anche in queste pagine, l'onestà è una qualità imprescindibile per chi fa politica, ma da sola non basta.


La provocatoria e paradossale proposta di Beppe Grillo però non è inquietante perchè, se applicata, rischierebbe di portare in Parlamento qualche farabutto in più. E' inquietante perchè è rivelatrice di una concezione illiberale ed etero-diretta della democrazia. Nell'idea di Grillo il contributo dei cittadini alla selezione della classe dirigente e di governo viene azzerato: è inutile, non vale nulla. Anzi: conta come una lotteria. Il caso o la fortuna al posto del voto. Inutile chiedersi quanto peserebbe un siffatto Senato della Repubblica: pochissimo. A tutto vantaggio di centri di poteri esterni, privi di qualsiasi legittimazione popolare, che ne orienterebbero le scelte e le priorità. Più che alla democrazia diretta siamo di fronte alla cancellazione della democrazia. O a quel poco che rimane di essa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino