Insegnanti, con la riforma anche un giusto stipendio

Insegnanti, con la riforma anche un giusto stipendio
Egregio direttore, sono un'insegnante della scuola primaria e le scrivo per fare una doverosa precisazione in merito...

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Egregio direttore,

sono un'insegnante della scuola primaria e le scrivo per fare una doverosa precisazione in merito all'articolo da me letto sul Gazzettino relativo al Piano scuola; in esso è riportato che lo stipendio mensile di un insegnante di scuola primaria è di 1950 euro, fermo come ben sappiamo al 2006. Io sono un'insegnante di scuola primaria, arrivata al massimo livello con 41 anni di scuola (inizio quest'anno il 42°) e il mio stipendio mensile è di 1715 euro, per un insegnante all'inizio della carriera si aggira sui 1300 euro. Sarebbe doveroso che chi propone le riforme si informi sulle reali condizioni degli insegnanti e preferisco non aggiungere altro per non cadere nella facile polemica. Ritengo che non servono le parole perché i fatti parlano da soli.



Carla Corona

Lozzo di Cadore (Belluno)





Cara lettrice,

non si tratta di fare della facile polemica, ma di dire le cose come stanno. Quindi grazie per la sua giusta precisazione. Mi lasci solo aggiungere che, in ogni caso, tanto 1950 euro che 1715 euro al massimo della carriera sono uno stipendio inadeguato per un insegnante. A maggior ragione nella società attuale dove, sempre più spesso, a maestri e professori si chiedono competenze e capacità che vanno oltre il loro specifico settore di insegnamento e coinvolgono l'intero percorso di crescita e di formazione umana di un ragazzo. È troppo presto per capire in che misura l'annunciato, ennesimo progetto di riforma della scuola italiana interverrà anche sugli aspetti retributivi.



Un fatto mi sembra però importante: che, come notava anche ieri Giorgio Israel su questo giornale, ci sia da parte del legislatore il proposito di restituire agli insegnanti una centralità nell'ambito del sistema scolastico. Di affidare loro un ruolo più "strategico" e comunque meno subalterno, non solo agli altri soggetti che fanno parte del "sistema educativo", ma anche alla pletora di esperti che in passato con le loro scelte hanno finito, in molti casi, per snaturare il ruolo e la funzione stessa della scuola. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino