La deriva dei partiti lasciati senza regole

La deriva dei partiti lasciati senza regole
Il Pd ha avviato la macchina per la conta congressuale. In vista della chiusura della campagna del tesseramento a Napoli e a Mirafiori la corsa all'iscrizione ha avuto...

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Il Pd ha avviato la macchina per la conta congressuale. In vista della chiusura della campagna del tesseramento a Napoli e a Mirafiori la corsa all'iscrizione ha avuto un'impennata straordinaria. Chissà in quanti altri posti. Per non parlare degli altri partiti o movimenti: FI e M5S. Siamo in presenza di proprietari dell'organizzazione. Quello che sta accadendo nel Pd con il pagamento delle tessere da parte di qualcuno per molti vecchi e nuovi iscritti si può chiamare partecipazione democratica attraverso il partito alla vita politica del paese? Come recita la Costituzione. Io penso di no! 


La Costituzione prevedeva che la vita dei partiti dovesse essere regolata da una legge che non si è mai stata fatta per l'opposizione dell'allora Pci. Siamo in presenza di una democrazia malata, come cantava Giorgio Gaber, che parte dalla vita interna dei Partiti, per poi passare alle ultime leggi elettorali. Siamo in presenza di un Parlamento eletto con una legge anticostituzionale. Questo dovrebbe bastare per scioglierlo, non da oggi. Al più presto Camera e Senato approvino una legge che regoli la vita interna dei partiti.

Sergio Broggio
Piove di Sacco


Caro lettore, 

la nostra è una democrazia malata e inefficace anche a causa dell'inadeguatezza dei partiti che dovrebbero organizzare il consenso e la rappresentanza degli interessi. Cadute le grandi ideologie, i partiti politici si sono progressivamente trasformati in organizzazioni al servizio del leader di turno. Un leader che assume però sempre più spesso le sembianze del padrone assoluto. Il tutto al di fuori di regole e leggi perché la Costituzione da questo punto di vista è rimasta lettera morta: partiti e movimenti politici operano e vivono in una sorta di limbo legislativo in cui vale tutto e il contrario di tutto. Lei cita le pratica deleteria delle manovre sui tesseramenti: una vergogna antica. Ma anche altre pratiche più moderne e tecnologiche di formazione delle decisioni (e delle espulsioni), dovrebbero far riflettere. Troppo spesso partiti e movimenti vengono ridotti organismi elettorali tele-guidati da leader che neppure si sono mai sottoposti al giudizio elettorale. Nessuno li ha eletti, ma comandano. Una deriva che si può arrestare solo definendo regole chiare e valide per tutti. Tanto più che, è bene non dimenticarlo, i partiti sono finanziati con soldi pubblici. Cioè di tutti noi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino