Prima dei militari é meglio far muovere la politica

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Caro direttore, spero non sia già troppo tardi riparare al danno fatto in Libia dalla "lungimirante" politica europea in...

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Caro direttore,


spero non sia già troppo tardi riparare al danno fatto in Libia dalla "lungimirante" politica europea in quell’area. Assieme al terrorismo mi fa paura la nostra classe politica già vista all'opera ai tempi della decadenza di Gheddafi, che, invece di spiegarci strategie per il "dopo", ha spadroneggiato nei salotti televisivi assieme alla "satira nostrana" elencando in modo denigratorio, se non complice, le amicizie politiche italiane del dittatore. Il prezzo degli errori è sempre stato pagato dai popoli, sento il bisogno di meno slogan e bandierine ideologiche e più scelte con decisioni coraggiose. Avere sentito dai telegiornali della restituzione dei gommoni da parte delle nostre forze armate agli scafisti, sotto la minaccia delle armi, è un'umiliazione per i nostri militari e per me italiano. Dove sono i nostri "comandanti"?



Giuseppe Ave



Torre Di Mosto (Ve)



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Caro lettore,


mi sembra che i nostri comandanti siano già in preda a una certa agitazione, fedeli al motto "armiamoci e partite". La situazione libica è, non da oggi, grave e fuori controllo. Il Paese, dopo il crollo del regime di Gheddafi, è stato consegnato alle varie tribù in perenne conflitto tra di loro ed è precipitato nel caos: l'avanzata dell'Isis e la conquista di aree di alta importanza strategica da parte degli estremisti islamici è la naturale conseguenza di questa situazione. Ora, improvvisamente, dopo le minacce dei tagliagole del califfato, l'Italia sembra svegliarsi dal torpore che spesso caratterizza la sua politica estera e si parla di inviare in Libia migliaia di nostri militari, anche se non è chiaro a fare cosa ed eventualmente con quali alleanze. Forse sarebbe il caso di mantenere i nervi saldi e i piedi per terra. L'Isis è una minaccia seria che l'occidente sta colpevolmente sottovalutando. Ma prima di muovere militari, sarebbe il caso di valutare ogni opzione politica e fissare il quadro di alleanze all'interno del quale muoversi. L'improvvisazione, soprattutto in questi casi è la peggiore consigliera. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino