Macron non poteva che cedere ai gilet gialli ma i passi indietro non risolveranno i suoi problemi

Macron non poteva che cedere ai gilet gialli ma i passi indietro non risolveranno i suoi problemi
Caro Direttore, Macron cede e dà ragione ai gilet gialli che hanno devastato il centro di Parigi. Lui, invece di difendere la legalità, ha dato loro ragione. Sogna...

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Caro Direttore,
Macron cede e dà ragione ai gilet gialli che hanno devastato il centro di Parigi. Lui, invece di difendere la legalità, ha dato loro ragione. Sogna di essere il nuovo De Gaulle: purtroppo, oltre alla statura, gli manca anche la spina dorsale. 

Enzo Fuso
Lendinara (Rovigo)

Caro lettore,
considerata la sua attuale debolezza politica, fotografata dal crollo della popolarità precipitata al 23 per cento e dalle dimissioni di sette ministri nel corso del suo mandato presidenziale, Macron non poteva che cedere al movimento dei gilet gialli. Non aveva alternative, se non la sconfitta. Anche il generale De Gaulle nel ‘68, dopo le grandi manifestazioni e le proteste del maggio francese, visse momenti di grande incertezza e fu sul punto di cedere alla piazza. Ma il 30 maggio 1968 un milione di francesi scesero in strada a Parigi per testimoniargli il loro sostegno e i loro appoggio. L’enorme differenza tra il Generale e Macron, sta innanzitutto qui: pur nella sua alterigia e nel suo stile fieramente aristocratico, De Gaulle impersonava una certa Francia, era tutt’uno con il suo popolo, ne interpretava e condivideva tensioni e aspirazioni. Macron no, è un uomo solo al comando. Figlio della tecnocrazia, uomo freddo e distaccato, è il premier che ha invitato i pensionati a “non lamentarsi troppo” o che ha rimproverato aspramente in pubblico un ragazzo colpevole di averlo amichevolmente chiamato “Manu” (diminutivo di Emanuel). È un presidente votato ma mai molto amato. Troppo distante dal paese reale ma nel contempo privo di quel carisma un po’ napoleonico che piace tanto ai francesi e che ha contraddistinto alcuni suoi predecessori: da De Gaulle a Mitterrand passando per Chirac. Con Macron la distanza tra l’Eliseo, sede del potere statale, e la Francia metropolitana e rurale si è dilatata fino ad esplodere nel movimento dei gilet gialli. E non saranno i passi indietro di questi giorni ad aver risolto i problemi del futuro di Macron. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino