Francesco va a salutare Ratzinger che parte per le ferie, valigie pronte per Castel Gandolfo

Francesco va a salutare Ratzinger che parte per le ferie, valigie pronte per Castel Gandolfo
Città del Vaticano L’afa si fa sentire sulla capitale, l’anticiclone africano è atteso con un ulteriore aumento delle temperature, e il Papa emerito desidera un po’ di...

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Città del Vaticano L’afa si fa sentire sulla capitale, l’anticiclone africano è atteso con un ulteriore aumento delle temperature, e il Papa emerito desidera un po’ di aria buona. Andrà a Castel Gandolfo, sui colli albani. Le valigie sono pronte, i libri impacchettati, gli spartiti di musica pure. Prima di partire per la residenza estiva dei pontefici, Ratzinger ha avuto un lungo colloquio con Papa Francesco che lo ha raggiunto all’ex convento Mater Ecclesiae per salutarlo e augurargli buone vacanze. Si sono abbracciati come fratelli. C’è un rapporto di fiducia, di reciproca stima, di affetto. Per due settimane il Papa emerito si riposerà, passeggiando nel parco, guardando il tramonto che scende sul lago di Albano. Il suo ritorno in Vaticano è atteso per il 14 luglio, il giorno successivo al ritorno di Papa Francesco dal suo viaggio in America Latina. Ratzinger ha sempre apprezzato l’atmosfera un po’ pigra e un po’ sospesa nel tempo della villa pontificia. La definisce una «piccola città circondata dalla bellezza della creazione». E in effetti il panorama che si gode dalle finestre del primo piano è mozzafiato. Il lago in lontananza, le luci di Roma la sera, il clima mite, gli alberi secolari del parco. «Si scrivono, si telefonano, si sentono, si invitano» , raccontava tempo fa monsignor Georg Gänswein.






Nel palazzo di Castel Gandolfo il Papa emerito vi ha trascorso non solo le vacanze, ma anche il periodo di esilio che si era imposto dopo le sue dimissioni. Vi soggiornò due mesi fino al ritorno in Vaticano, il 2 maggio del 2013. Pregava, passeggiava verso il laghetto con i pesci rossi e le carpe nel «giardino della Madonnina», leggeva, studiava, scriveva, suonava il piano. A volte rilegge brani di teologi del concilio, come l’«Estetica teologica» di Hans Urs von Balthasar.



Alla vigilia della partenza per «il Castello», il 27 febbraio 2013, Ratzinger spiegò che non avrebbe abbandonato la Croce, descrivendo la propria rinuncia con la profondità del grande teologo: «Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di San Pietro”.Cosa che naturalmente continuerà a fare anche se in ferie a Castello. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino