«Ripeto fino alla noia, scusandomi con chi ha già sentito queste considerazioni, sulla bufala trivelle. Non c'è nessun referendum sulle trivelle. Non...
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Le parole del premier riaccendono lo scontro con la minoranza dem: «È inaccettabile che sul referendum del 17 aprile il premier faccia il capo del partito dell'astensione.
«Il referendum - prosegue Renzi nella e-news - voluto dai consigli regionali, non dai cittadini, non vieta nuovi impianti: rende solo impossibile continuare a sfruttare quelli che già ci sono, alla scadenza. La bufala è questa: dicono che si voti sulle rinnovabili, su un nuovo modello di sviluppo, sull'alternativa alle energie fossili. In realtà si chiudono impianti che funzionano, facendo perdere undicimila posti di lavoro e aumentando l'importazione di gas dai paesi arabi o dalla Russia».
«Sia chiaro: ogni scelta è legittima. Chi vuole che il referendum passi deve votare sì, chi vuole che il referendum non passi può scegliere tra votare no o non andare a votare». «Sulle energie rinnovabili l'Italia va forte, meglio di UK, Francia e Germania. Ma le rinnovabili da sole non bastano, per il momento. Se chiudiamo le nostre piattaforme dovremo comprare più gas e petrolio dagli arabi o dai russi, sprecando le risorse già esistenti. A me sembra più saggio finire di estrarre ciò che già c'è, senza licenziare i lavoratori del settore e senza sprecare l'energia che abbiamo», conclude Renzi.
«Quanto ai comitati per il prossimo ottobre, ci saranno diversi modi per partecipare. Intanto sarà formato un Comitato Nazionale guidato da personalità e da studiosi che nel corso della campagna avranno la responsabilità di illustrare i temi di merito e le ragioni della riforma. Poi ci sarà la possibilità per almeno dieci cittadini di riunirsi assieme e di fare un comitato spontaneo sia su base territoriale che sui luoghi di lavoro o nelle realtà culturali: grande occasione per avvicinarsi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino