L'attenzione c'è, anche se il ministro dell'Interno Matteo Salvini afferma: «Emergenza razzismo? Non diciamo sciocchezze». E aggiunge: «Ogni...
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Negli uffici del ministero gli episodi a sfondo razziale sono comunque considerati troppi, ed è per questo che è stata chiesta un'analisi accurata del fenomeno, per accertare se esista o meno un concreto rischio emulazione, e se la situazione debba destare preoccupazione.
È stato il capo della polizia Franco Gabrielli a sollecitare un rapporto all'Oscad, l'osservatorio del Dipartimento di Pubblica sicurezza contro gli atti discriminatori. L'organismo dovrà monitorare e comparare i dati degli ultimi anni, proprio per verificare se l'allarme sia giustificato e se esista un filo comune che leghi questi episodi. Non una mente unica - quello viene escluso - ma una tensione sociale e politica che agita le periferie delle città, e anche i piccoli centri, nei quali l'intolleranza si è fatta sentire più volte in questi mesi.
CLIMA POLITICO
C'è da dire che tra gli addetti ai lavori, la sensazione è che non si tratti di una emergenza, ma di fenomeni che tendano a ripetersi nel tempo in maniera sistematica. Come esempio, viene citata la campagna elettorale, quando il clima è stato avvelenato da diversi episodi di questo genere. Nonostante ciò, tra le forze dell'ordine esiste il timore che i toni elevati della politica possano accentuare il malessere, anche se non sempre - secondo quanto emerge dai dati dell'Oscad - fatti registrati come discriminatori si sono poi rivelati tali. Certo il numero è comunque alto: le segnalazioni all'Osservatorio si fermano alla fine del 2017, e già in quei giorni le aggressioni a sfondo razziale erano oltre la metà del totale di tutti i generi di discriminazione (religiosa, sessuale, di salute). Ed è per questo che il ministro vuole che il fenomeno venga analizzato con attenzione.
Fino a ieri sera, l'aggressione alla campionessa Daisy Osakue non sembra aver trovato riscontri nella violenza razzista di tipo politico. Ad Aprilia, a scendere in campo contro il nero, sarebbero stati più giustizieri fai da te che persone legate all'estrema destra. E negli schedari delle forze dell'ordine ormai compaiono sempre di più comuni cittadini: un particolare che preoccupa ulteriormente le forze dell'ordine, a fronte di un clima politico che resta sempre molto agitato.
In questo scenario, il titolare del Viminale tira dritto, liquida l'allarme («sciocchezze») e ricorda che negli ultimi tre giorni la polizia ha arrestato 95 immigrati e ne ha denunciati 414. Numeri che gli fanno dire: «Di certo l'immigrazione di massa negli ultimi anni non ha aiutato, per questo sto lavorando per fermare scafisti e clandestini. Quello che però è certo, è che non esiste l'emergenza razzismo. Non mi fanno paura i chiacchieroni di sinistra. Io non mollo».
L'AUDIZIONE
Salvini va avanti nel suo doppio ruolo di ministro e di leader della Lega. E seduto alla scrivania che fu di Giolitti riceve quasi quotidianamente i capi dipartimento del Viminale, e ascolta più che commentare. Gli episodi di questi giorni, sebbene tutti da definire, sono considerati dagli addetti ai lavori pur sempre una minaccia alla stabilità, perché il rischio è che rimbalzino e trovino terreno fertile in ambienti come Forza Nuova e CasaPound. Tanto che giovedì prossimo il Copasir partirà con le prime audizioni e si comincerà con quella del direttore del Dis, Alessandro Pansa. Facile immaginare che gli verrà chiesto di chiarire anche la portata e i rischi della diffusione di questo fenomeno. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino