Città del Vaticano - Papa Francesco davanti ai vescovi italiani, riuniti in Vaticano, si è lamentato che la riforma sullo scioglimento breve delle nozze - introdotta...
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L'idea di un Sinodo per l'Italia era stata lanciata dal gesuita dalla Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, lo spin doctor e suggeritore di tanti progetti, in questo momento forse la persona che è maggiormente ascoltata a Santa Marta. In un primo momento la proposta di Spadaro era stata presa come uno sgarbo dalla Cei, una indebita intromisione, poi quando il cardinale Bassetti si è accorto che anche il Papa era di quell'idea, il progetto ha preso a camminare. Oggi pomeriggio, all'assemblea, il Papa ha dato il sostanziale via libera e poi si vedrà. Il fatto è che ormai a vari livelli la Chiesa è preoccupata per la diffusione dei «sentimenti di paura, diffidenza e persino odio, nel tutto alieni alla cultura cristiana, hanno preso forma nella nostra gente» scriveva Spadaro un po' di tempo fa.
Non è nemmeno un mistero per nessuno che l'episcopato sia diviso e non sempre unito. «Potrebbe essere di aiuto affrontare in questo contesto l'eventuale carente collegialità e partecipazione nella gestione della Conferenza Cei sia, nella determinazione sia dei piani pastorali che degli impegni programmatici economico-finanziari». «Sulla sinodalità», ha detto il Papa, «anche nel contesto di un probabile Sinodo della Chiesa italiana - ho sentito rumori ultimamente di questo, sono arrivati fino a Santa Marta, vi sono due direzioni: sinodalità dal basso verso l'alto», ha spiegato, «ossia il dover curare l'esistenza e il buon funzionamento delle diocesi, i consigli, le parrocchie, il coinvolgimento dei laici. Incominciare dalle diocesi: non si può fare un grande Sinodo senza andare alla base, così il moto dal basso in alto, e la valutazione del ruolo dei laici».
«E poi la sinodalità dall'alto verso il basso - ha aggiunto il Pontefice -, in conformità al discorso che ho rivolto alla Chiesa italiana nel quinto Convegno nazionale a Firenze, tenutosi il 10 novembre del 2015, che rimane ancora vigente e deve accompagnarci in questo cammino. Se qualcuno pensa a fare un Sinodo della Chiesa italiana - ha concluso - si deve incominciare dal basso in alto e dall'alto in basso col documento di Firenze. Questo porterà tempo ma si camminerà sul sicuro non sulle idee». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino