ROMA - Ha due anni il bambino nigeriano di Monterotondo morto al Sant'Andrea dopo un intervento "domestico" di circoncisione mentre il suo fratellino gemello...
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La procura di Tivoli che coordina le indagini con due sostituti procuratori, il pm di turno Filippo Guerra, Antonio Altobelli pm di turno violenze di genere e danni minori oltre al capo della procura Francesco Menditto, considerando la delicatezza della situazione, mantiene il massimo riserbo.
Il fascicolo di indagine su cui procede la squadra mobile di Roma é omicidio e lesioni gravissime. Al momento dalla procura fanno sapere che non ci sono né arrestati né fermati ma anche che l'indagato non é un nigeriano.
La madre dei due gemellini nigeriani di Monterotondo - nati a Latina nel gennaio 2017 - ha altri 5 figli in Nigeria, a quanto si apprende. La donna, titolare di protezione umanitaria, è giunta nella casa di Monterotondo a metà novembre. Gli operatori dello Sprar sostengono di non aver avuto alcun sospetto che la nigeriana volesse sottoporre i figli a circoncisione. La donna faceva scuola d'italiano a Roma. Era «tranquilla, sveglia ed educata», riferiscono gli operatori.
La madre è disperata, piange e non si dà pace, ha visto morire tra le proprie braccia il figlio di nemmeno due anni. Prima di arrivare nell'appartamento di Monterotondo la donna era stata ospite per oltre un anno di un Centro di accoglienza straordinario (Cas) a Rieti e sembra che in quel periodo avesse chiesto alla pediatra informazioni sulla possibilità di sottoporre i figli alla circoncisione.
Dopo il rifiuto del medico non erano stati seguiti.
Sono 9 gli appartamenti che l'Arci di Roma gestisce con il Comune a Monterotondo. Usufruiscono dell'accoglienza esclusivamente donne vulnerabili con eventuali bambini: una trentina i posti disponibili. Le beneficiarie vivono in piena autonomia nelle case. È permesso ricevere visite tra le 8 di mattina e le 20, ma solo con l'autorizzazione degli operatori. Non sono invece ammesse visite nelle ore notturne. Gli operatori hanno pieno accesso agli appartamenti e vi si recano periodicamente per controlli. Nell'ambito del progetto le beneficiarie fruiscono di tirocini professionali, corsi di formazione, corsi d'italiano, nonché di scuole ed asili per i bambini. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino