Machin al timone, ma si chiede "chiarezza" sulla gestione passata

Machin al timone, ma si chiede "chiarezza" sulla gestione passata
TOLMEZZO - L'accordo unitario non si è trovato, la spaccatura tra sindaci è rimasta tale dopo nove mesi di tentate convergenze, ma Arrigo Machin (nella foto) è stato comunque...

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TOLMEZZO - L'accordo unitario non si è trovato, la spaccatura tra sindaci è rimasta tale dopo nove mesi di tentate convergenze, ma Arrigo Machin (nella foto) è stato comunque riconfermato a maggioranza alla guida del Consorzio Boschi Carnici. L'elezione tra le polemiche è avvenuta venerdì sera all'assemblea dei soci dell'ente (gestore di circa tremila ettari, due malghe ed un'oasi naturalistica sparsi tra i 18 comuni soci). Alla presentazione dell'unica lista e programma di candidatura sottoscritta da 10 sindaci guidati da Verio Solari di Prato Carnico - Machin presidente, riduzione da 5 a 3 del Cda con Alberto Toch e Gabriele Zigotti consiglieri d'amministrazione, taglio del 10% delle indennità, contenimento delle spese di gestione, piano pluriennale di rilancio dell'ente - ha fatto seguito il duro intervento del primo cittadino di Ampezzo, Michele Benedetti, il quale ha posto diversi quesiti sulla gestione uscente: dall'«isolamento nel quale è finito l'ente rispetto a Legno Servizi ed associazioni di categoria», alla «lievitazione del 40% dei costi nell'intervento di Aplis», passando poi per un presunto «conflitto d'interessi per la domanda di contributo per l'acquisto di un capannone» e «l'esistenza o meno di esposti in procura per l'acquisto di attrezzature».

Benedetti ha chiesto spiegazioni inoltre su alcune procedure di assunzione, «l'acquisto, in piena crisi, di due quadri del valore di 5 mila euro» e ha preteso di sapere «l'entità dettagliata dei compensi e dei rimborsi spese del presidente».

A seguire, gli interventi dei sindaci De Crignis, Lenna e Cortolezzis, che hanno rincarato la dose ed hanno chiesto la sospensione dell'assemblea in attesa delle dovute verifiche, mozione alla quale si è associato anche Polonia di Villa. In risposta Mentil di Paluzza ha stigmatizzato le pretese dei colleghi chiedendo come «solo adesso si sollevino questi dubbi, tutti da verificare, quando ci sono stati cinque anni per farlo; siamo all'overtime - ha aggiunto - ed il programma proposto guarda al rinnovamento». Al momento del voto sono usciti dall'assemblea Forni di Sotto, Verzegnis, Treppo, Ravascletto, Ampezzo e Villa, hanno votato a favore Prato, Preone, Paluzza, Ligosullo, Enemonzo, Amaro, Ovaro, Rigolato, Forni Avoltri. Si sono astenuti invece Tolmezzo e Arta Terme.
David Zanirato

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Il Gazzettino