Londra, il terzo terrorista è di nazionalità italo-marocchina

C'è il nome del terzo attentatore di Londra. Secondo la la polizia di Londra si tratta di Youssef Zaghba, 22 anni, con passaporto italiano e...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
C'è il nome del terzo attentatore di Londra. Secondo la la polizia di Londra si tratta di Youssef Zaghba, 22 anni, con passaporto italiano e marocchino. Youssef Zaghba fu fermato a marzo 2016 all'aeroporto di Bologna, città da cui stava per prendere un volo diretto a Istanbul. L'allora ventenne aveva con sé solo un piccolo zaino, il passaporto, poco contante  e un biglietto di sola andata: circostanze sospette, che insieme alla rotta aerea per la Turchia, ne fecero disporre il fermo per accertamenti. Fu contattata la madre, che si chiama Valeria che abita con un altro figlio di 25 anni nel bolognese. Nel marzo del 2016 la madre di Zaghba - nato a Fes nel gennaio del 1995 - aveva lasciato Casablanca, trasferendosi a Castello di Serravalle, un piccolo comune della provincia di Bologna. Il padre del terrorista risulterebbe invece ancora iscritto all'Aire (Anagrafe degli italiani residenti all'estero) a Casablanca. 

 
Youssef Zaghba risultava "tecnicamente" residente in Italia da oltre un anno. Lo precisano fonti diplomatiche sottolineando che, in base agli atti, Zaghba si è iscritto all'Aire (Anagrafe italiani residenti all'estero) a Casablanca, in Marocco, fino al marzo 2016. Poi risulta rientrato a Castello di Serravalle, frazione di Valsamoggia (Bologna). Mentre a Londra, dove pure pare abbia vissuto negli ultimi mesi, non si sarebbe mai registrato.

La madre del terrorista, si è appreso, ha collaborato con le forze di polizia italiane dopo che il figlio fu fermato all'aeroporto di Bologna. Una verifica che non venne effettuata in seguito a segnalazioni particolari ma che scattò sulla base dei servizi di controllo all'imbarco. Dopo aver trovato sul telefono di Zaghba documenti e foto riconducibili alla propaganda dell'estremismo islamico, la polizia perquisì anche l'abitazione della donna, senza trovare alcun elemento d'interesse investigativo. In quell'occasione però la madre si mostrò molto preoccupata per il comportamento del figlio e decise di collaborare con le forze di polizia.

Da quel momento, la Polizia di Prevenzione ha monitorato Zaghba ogni volta che è venuto in Italia: si tratta di alcuni passaggi dal marzo del 2016 e tutti per brevi periodi. Quando Youssef Zaghba fu fermato all'aeroporto in procinto di partire per Istanbul, come di prassi in questi casi fu aperto dalla Procura un fascicolo a suo carico per terrorismo. L'iscrizione fu fatta dal procuratore aggiunto Valter Giovannini anche per sequestrargli telefono e passaporto, oggetti in seguito restituiti dal momento che non emersero elementi particolari. Il giovane, morto nell'attacco di Londra, fu quasi subito rilasciato


Gli altri due terroristi sono Khuram Butt e Rachid Redouane. Il capo, a quanto risulta, era Butt, 27enne figlio di pachistani, ma cresciuto a Londra e tifoso di quell'Arsenal con la cui maglia addosso è morto sabato dopo aver stroncato un po' di vite altrui. Mentre di Redouane, si sa che dichiarava origini marocchine e libiche, aveva anche una falsa identità (Rachid Elkhdar) e forse un documento emesso in Irlanda, dove potrebbe aver vissuto per un periodo. Le loro radici vere sono comunque a Barking, fra i sobborghi più turbolenti alle propaggini est della Grande Londra, dove convivono (male) comunità di britannici di origine varia. Il personaggio più significativo sembra essere Butt.


Almeno una dozzina di bombe Molotov sono state trovate nel furgone usato dai tre jihadisti per compiere l'attacco di sabato sera a Londra: lo riporta Sky News citando fonti non identificate. Secondo il giornalista dell'emittente Martin Brunt, la polizia ha trovato nel veicolo «quelle che sembravano essere bottiglie piene di un liquido incolore con stracci» al posto dei tappi: «chiaramente sembravano essere cocktails Molotov».


I tre membri del commando jihadista che ha seminato morte e terrore nel cuore della capitale inglese sono stati indentificati. Volti noti, già segnalati come estremisti a Scotland Yard o all'intelligence, addirittura messisi in mostra in un documentario televisivo con tanto di bandiera nera dell'Isis sventolata in faccia a un bobby.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino