Finint, Marchi e De Vido ai ferri corti: è battaglia legale fra i due soci storici

De Vido e Marchi ai bei tempi
 Ormai Enrico Marchi e Andrea De Vido sono ai ferri corti. Il primo ha chiesto al tribunale delle Imprese di Venezia il sequestro cautelativo del 50% di Finint in mano a De...

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 Ormai Enrico Marchi e Andrea De Vido sono ai ferri corti. Il primo ha chiesto al tribunale delle Imprese di Venezia il sequestro cautelativo del 50% di Finint in mano a De Vido. Mossa per ora rigettata: il 15 marzo udienza per affrontare la questione. La situazione è precipitata pochi giorni fa quando Giovanni Perissinotto, ex Ad di Generali e presidente di Finint, ha rassegnato le dimissioni davanti all’impossibilità di trovare un’intesa tra i due soci. Il cda è automaticamente decaduto e il 14-15 febbraio è già stata convocata l’assemblea per eleggere un nuovo vertice della Finint. Si riuscirà in una settimana a trovare la quadra? Difficile pensarlo anche dopo le mosse di Marchi, che avrebbe prospettato anche il possibile avvio di un’azione di responsabilità contro De Vido se non si riuscisse a trovare un’intesa.


Soci alla pari nella holding che controlla tra l’altro gli aeroporti di Save, i due finanzieri trevigiani che negli anni 80 hanno fondato a Conegliano la boutique finanziaria oggi diventata una holding da 400 milioni di patrimonio, sono divisi profondamente. De Vido chiede da tempo di essere liquidato del suo 50% per pagare i debiti contratti soprattutto con Veneto Banca (si parla di una cifra intorno agli 80 milioni). Marchi ha intavolato una discussione per comprare la quota di De Vido. Il problema è che i due ex sodali non riescono a mettersi d’accordo sul prezzo (valutazione a patrimonio o a valare imprenditoriale, intorno ai 250 milioni?). E Marchi ora tenta la via giudiziaria. Lo scorso 2 febbraio ha presentato richiesta per sequestrare il pacchetto nella holding del socio storico. Le dimissioni di Perissinotto hanno complicato il quadro. Ora le redini del gruppo Finint sono nelle mani del collegio sindacale. Una soluzione temporanea: è stata già convocata infatti l’assemblea dei soci per il prossimo 14-15 febbraio. Sul tavolo dell’assise ci sarà la nomina del nuovo consiglio ma c’è chi non esclude colpi di scena. Secondo alcune fonti, Marchi potrebbe spingersi a chiedere l’azione di responsabilità nei confronti di De Vido.


Marchi è alla ricerca di un partner che lo possa aiutare a rilevare la quota di De Vido in Finint ma anche quella di Morgan Stanley, che ha il 43,1% di Agorà, la società che controlla direttamente Save. L’intesa con l’istituto americano scade a ottobre 2019, tuttavia, Morgan Stanley può esercitare una finestra d’uscita tra il 15 e il 19 gennaio 2018. Finint ha un diritto di prelazione. Ma urge un alleato forte dopo che in Save è entrata Atlantia (gruppo Benetton) con oltre il 23%. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino