Tangenti per la Rsa a Santa Maria di Sala, l'ex sindaco Fragomeni: «È vero, me ne pento amaramente, chiesi centomila euro»

Martedì 19 Marzo 2024, 00:30 - Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 07:12

INTERESSI E AMICIZIE

Dagli interrogatori dei vari imputati emerge una commistione tra gestione pubblica e interessi privati, all’insegna di amicizie e contatti privilegiati tra amministratori e professionisti che con il Comune avevano rapporti frequenti per progetti che necessitavano di permessi e autorizzazioni.
La principale vicenda finita sotto accusa riguarda il progetto per realizzare una residenza per anziani (rsa) a Santa Maria di Sala, per la quale si era alla ricerca di un terreno adeguato. Fragomeni ha spiegato alla pm di essere stato coinvolto dall’architetto Marcello Carraro, che già aveva realizzato una rsa a Noale, e si stava occupando di un nuovo progetto per conto dei costruttori Mauro Cazzaro e Battista Camporese. Carraro lo avrebbe coinvolto per aiutarlo a sbloccare la trattativa con Luca Squarcina, proprietario di un terreno.

INCONTRO AL BAR

L’ex sindaco ha raccontato che era assieme a Zamengo, all'epoca consigliere comunale, quando incontrò Squarcina in un bar: «Zamengo è ingegnere e mi serviva come consulente... in più ero certo che avrebbe fatto l’interesse del Comune. Io di urbanistica capisco poco e quindi avevo bisogno di sostegno... - ha spiegato l’allora sindaco - Non avevo avvisato Zamengo che avrei chiesto dei soldi a Squarcina, per me era implicito perché di prassi vengono riconosciuti dei compensi per le mediazioni immobiliari... Se Squarcina mi avesse dato i 100mila euro, non li avrei tenuti tutti per me, ma ne avrei dato una parte anche a Zamengo perché mi aveva dato una mano nella trattativa, e a Carlo Pajaro (dirigente dell'Ufficio tecnico, anche lui intenzionato a patteggiare, ndr) per il contributo tecnico... Non avevo anticipato loro l’intenzione di dividere il denaro... L’incontro è avvenuto al bar perché pensavo di operare non da sindaco, ma da privato mediatore... Non ero al corrente che il terreno di Squarcina necessitasse di un cambio di destinazione d’uso».
Sfumato l’affare con Squarcina (che si rifiutò di vendere e denunciò le richieste di denaro, dando il via all’inchiesta), sarebbe stato Carraro ad individuare un nuovo possibile terreno, questa volta di proprietà di Francesco, Saverio e Filippo Fedriga. «Poteva valere circa 40 euro al metro quadrato - ha spiegato Fragomeni - Chiamai Filippo Fedriga e poiché avevo saputo che si erano accordati per un prezzo di 32 euro gli suggerii di chiedere 40 e poi di girare 8/10 euro al metro quadrato a noi, ovvero a me, Zamengo e Pajaro. Questa volta avevo informato sicuramente Pajaro e mi pare anche Zamengo, che i Fedriga erano ben disposti a versarci quel “quid in più” ottenuto dalla vendita... Carraro era il fulcro dell’affare, metteva in contatto tutti gli attori della vicenda».
L’architetto, assistito dall’avvocato Graziano Stocco, respinge, però, ogni addebito sostenendo di essersi limitato all’attività professionale, senza nulla sapere di richieste illecite di denaro.

I COSTRUTTORI

Fragomeni ha negato di aver mai chiesto denaro ai due imprenditori interessati a realizzare la rsa, Cazzaro e Camporese, a differenza di quanto gli contesta la procura, secondo la quale il compenso illecito era stato quantificato nel 10-15 per cento dei costi di progettazione, stimati in 370mila euro. «Li ho visti solo due volte. Non so se altri abbiano chiesto soldi. Non avevo confidenza con loro. Anche Cazzaro e Camporese avrebbero fatto un affare perché avrebbero acquistato il terreno per un prezzo più basso, ma io la mediazione l’ho chiesta solo ai Fedriga... Il progettista della rsa era l’architetto Carraro, che si avvaleva della consulenza dell’ingegner Zamengo».

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