Dal "mondo di mezzo" al "metodo della mattonella", ogni scandalo ha il suo linguaggio

Venerdì 3 Marzo 2017 di Mario Ajello
Dal "mondo di mezzo" al "metodo della mattonella", ogni scandalo ha il suo linguaggio
Ora c'è la "mattonella". Anzi: "il metodo della mattonella", come lo chiama Alfredo Romeo, l'imprenditore arrestato per la vicenda Consip. Significa che lui prendeva i soldi da sotto una "mattonella" e li offriva a chi poteva aiutarlo negli affari. I soldi sporchi, al tempo di Tangentopoli, Mario Chiesa li teneva nel wc. Poggiolini, altro simbolo della storia dell'Italia politico-affaristica, li teneva nel materasso. E comunque ogni scandalo ha i suoi luoghi e le sue parole.

Le "dazioni ambientali" si chiamavano in epoca Di Pietro le tangenti. Stavolta, nell'affaire Romeo, basta dire "mattonella". A suo modo un neologismo, ma non quanto "prototipatore". È il tizio esperto nel preparare le carte giuste, e truccate, per vincere le gare d'appalto. È lui, anzi è questa parola, la star nell'inchiesta giudiziaria di questi giorni. Può rivaleggiare, in bruttezza semantica, con il "briffare" usato da Nicole Minetti nella vicenda berlusconiano delle Olgettine. Mentre non raggiunge la crudezza e volgarità del lessico di altri momenti della recente storia italiana (lo slang dei "furbetti del quartierino" è indimenticabile).

Con Mafia Capitale subentrò il "mondo di mezzo" e il "se stamo a pija' Roma".
Nell'inchiesta sulla P3, svettò il proverbiale e campano "sta co' la zizza 'n bocca". Per dire che qualcuno era stato pagato. Ora è la mattonella, forse, a stare in bocca a qualcuno.
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