(L.L.) In ballo c'è una presunta concorrenza sleale di miliardi di vecchie

Mercoledì 26 Aprile 2017
(L.L.) In ballo c'è una presunta concorrenza sleale di miliardi di vecchie lire. A fronteggiarsi sono due aziende, che operano sul mercato della commercializzazione di prodotti di odontoiatria. La causa civile va avanti da vent'anni. E ora i giudici della Corte di Cassazione dicono che si deve ripartire da capo. Le società sono la Sweden & Martina spa di Due Carrare, e la Ravello srl di Verona. È stata la Sweden & Martina spa ad iniziare la causa civile. L'atto di citazione dell'avvocato Riccardo Rocca risale al 2 ottobre 1997. La Ravello srl era convenuta in causa con l'avvocato Agostino Rigoli. La Sweden & Martina da decenni opera nel campo della commercializzazione sull'territorio nazionale di prodotti odontoiatrici. E si avvale di una capillare rete di agenti venditori, organizzati e distribuiti su base geografica. Nel ricorso si legge che la società negli anni 90 aveva compiuto notevoli investimenti economici per sviluppare l'organizzazione di vendita. E sarebbe proprio in quegli anni che inizierebbe la concorrenza sleale da parte della società veronese. «La Revello era giunta al punto di contattare in tutta Italia, e persino in provincia di Padova, dove ha sede la Sweden, nel corso del 1996 e nei primi mesi del 1997 subdolamente e ripetutamente la maggior parte degli agenti di quest'ultima, cercando in maniera scorretta e sleale di convincerli a rompere in tronco il rapporto in essere per entrare nella forza di vendita della Revello» si leggeva nel ricorso dell'avvocato Rocca. Gli investimenti fatti dalla Sweden negli anni 90 avevano dato esiti molti buoni, con il fatturato raddoppiato. In che cosa consisteva il danno? «La Ravello si era trovata ad avvantaggiarsi immediatamente ed a costo zero di una struttura distributiva che un'altra società aveva messo in piedi faticosamente e con notevole dispendio di tempo ed energia», si sosteneva nel ricorso. E gli agenti di un'intera regione, come il Lazio, avevano abbandonato l'azienda padovana per passare alla Revello. Il danno calcolato dalla Sweden & Martina era di 3 miliardi e 350 milioni di lire. Secondo il giudice del Tribunale civile di Padova, Ezio Bellavitis, «va conosciuto il carattere sleale del comportamento della ditta Revello, atteso che la stessa ha dato anche assicurazioni che si sarebbe fatta carico delle conseguenze della violazione da parte degli agenti del patto di concorrenza che li legava alla Sweden, inducendo i medesimi a violare tale patto. E un tale comportamento, considerato il numero degli agenti ai quali è stato rivolto, non può altrimenti spiegarsi che con l'intenzione della Revello srl di danneggiare la Sweden & Martina». La sentenza di Bellavitis è stata emessa il 3 febbraio 2006. Ma i giudici della Corte d'Appello il 19 settembre 2011 hanno rivoltato tutto accogliendo il ricorso della Revello srl. Sostengono che è stato «accertato che il calo del fatturato della Sweden si è verificato in misura pressoché uguale anche in altre regioni diverse dal Lazio. Ciò consente di escludere un qualche nesso casuale fra l'uscita degli agenti asseritamente stornati e la predetta contrazione del fatturato». Insomma, nessuna concorrenza sleale. Ma adesso c'è la decisione dei giudici della Corte di Cassazione. Hanno cassato la sentenza della Corte d'Appello e ordinano che sia rifatta la causa in secondo grado.

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