Allarme granchio blu in Friuli Venezia Giulia: pronta la richiesta di stato di emergenza

La presenza in poco tempo è decuplicata e mette in ginocchio gli allevatori locali di cozze e vongole

Sabato 6 Aprile 2024 di Loris Del Frate
Allarme granchio blu in Friuli Venezia Giulia: pronta la richiesta di stato di emergenza

Adesso tocca al Friuli Venezia Giulia. Dopo Emilia Romagna e Veneto, sarà infatti la nostra regione a chiedere al Governo l’attivazione dello stato di emergenza nazionale a causa del granchio blu. Lo ha specificato l’assessore alle risorse agricole, Stefano Zannier spiegando che gli esemplari, anche nelle acque della regione, si sono decuplicati. Come dire, insomma, che ora gli allevamenti di mitili, cozze e vongole in particolare sono in grande difficoltà e gli allevatori del Friuli Venezia Giulia hanno chiesto aiuto alla regione. In pratica tutto quello che viene coltivato nelle acque dell’Adriatico, da Trieste sino a Marano, passando per la laguna di Grado, è costantemente sotto attacco e regolarmente il granchio blu che non ha nemici naturali che lo possano contrastare, fa strage.

Da qui la richiesta di intervento.


I RILEVAMENTI

«La richiesta al ministero ancora non l’abbiamo fatta spiega l’assessore Zannier - perchè stiamo attendendo gli ultimi risultati della verifica fatta direttamente sul campo in modo da avere nel dettaglio la situazione. Tutto, però, ci lascia supporre che ci saranno gli estremi per presentarla, perché il granchio blu, oltre ad essere estremamente aggressivo e ad attaccare i mitili che sono coltivati nelle acque marine della nostra regione, ha una grande facilità a riprodursi ed ora i numeri sono effettivamente molto alti. Credo - conclude l’assessore della Lega - che nel giro di pochissimo tempo avremo le risposte, faremo le valutazioni e poi presenteremo la richiesta».


GLI ALIENI

Ma il granchio blu non è la sola razza animale aliena che vive in regione. I numeri, infatti, sono impressionanti. In Europa, infatti, sono presenti circa 12 mila specie esotiche, delle quali approssimativamente il 10 - 15% è ritenuto invasivo. Di queste un buon 10 per cento, invece, ha trovato casa in Friuli Venezia Giulia. Si fa sempre più importante, dunque, proteggere la biodiversità ed i servizi ecosistemici locali per minimizzare o mitigare l’impatto che queste specie potrebbero avere anche sulla salute umana oltre che sull’economia. Tra gli obblighi che sono stati inseriti quello di rilasciare nelle nostre acque o campi animali esotici che potrebbero poi riprodursi e mettere a rischio le specie locali.


TARTARUGA AMERICANA 

La tartaruga palustre americana è stata in passato ampiamente commercializzata come animale da compagnia; tuttavia il suo rilascio deliberato o accidentale in natura, in relazione alla sua spiccata aggressività, ha messo gravemente a rischio la conservazione di altre specie native caratteristiche dei nostri ambienti umidi, come ad esempio la Testuggine palustre europea che è una specie rara e tutelata a livello comunitario.


NEI FIUMI

Nelle acque interne regionali sono state accertate o segnalate 22 specie animali alloctone e di queste almeno tre sono particolarmente invasive e di rilevanza unionale, cioè significative sul territorio dell'Unione Europea. Si tratta del “Pseudorasbora parva”, un pesce molto vorace già presente in diversi corsi d'acqua della regione. Si è sviluppato perché veniva utilizzati in passato come esca viva. C’è poi il persico o pesce sole, anche questo particolarmente aggressivo e infine il gambero rosso della Louisiana che nonostante i vari tentativi di eradicarlo, continua a infestare i fiumi.

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NELL’ARIA

Tra i peggiori nemici per i frutteti c’è il calabrone asiatico (la vespa velutina), originario dell’Asia sud-orientale (Cina del sud, India del nord, penisola indocinese, arcipelago indonesiano). È comparso, seppur con numeri ridotti intorno al 2012, probabilmente introdotto con merci di origine cinese. Dopo il primo rilevamento in Francia, si è diffuso in pochi anni anche in Belgio, Spagna, Portogallo e Germania sino ad arrivare in Friuli Venezia Giulia, dimostrando la sua capacità di fare notevoli danni. Ma è solo una tra le presenze, seppur tra quelle più pericolose.

Ultimo aggiornamento: 17:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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