Mestre. Faide tra bengalesi, tregua per la festa di fine Ramadan: attesi in 4mila al parco Piraghetto

Sarà una festa blindata: saranno presenti agenti in divisa e in borghese, tra personale della squadra mobile e della Digos

Martedì 9 Aprile 2024 di Davide Tamiello
Mestre. Faide tra bengalesi, tregua per la festa di fine Ramadan: attesi in 4mila al parco Piraghetto

MESTRE - Una tregua per il Ramadan. Le due fazioni di bengalesi protagonisti della faida estesa tra il centro di Mestre e il villaggio di Abdullahpur in Bangladesh hanno deciso di tendersi la mano e sotterrare l'ascia di guerra: domani, per la tradizionale festa di fine Ramadan (che si terrà al parco del Piraghetto), anziani e giovani dei due gruppi rivali hanno promesso di non creare tensioni.

A fare da garante all'accordo Prince Howlader, presidente dell'associazione Giovani per l'umanità. Ieri, il giovane rappresentante della comunità bengalese ha incontrato i capi delle due fazioni e ha ricevuto rassicurazioni sull'intenzione di iniziare un percorso di riappacificazione a cominciare, appunto, dal giorno della festività sacra.

FORZE DELL'ORDINE

Bene l'accordo, ma comunque visti i precedenti dell'ultima settimana la questura non può certo basarsi su una promessa. Quella di domani, quindi, sarà una festa blindata: saranno presenti agenti in divisa e in borghese, tra personale della squadra mobile e della Digos. Al parco del Piraghetto sono attese in mattinata migliaia di persone, va scongiurata in assoluto l'ipotesi di una possibile resa dei conti in pubblico.
La squadra mobile, nel frattempo, sta lavorando sulle aggressioni in serie avvenute in città dal giorno di Pasquetta. Tutti i responsabili degli episodi sarebbero stati identificati: con ogni probabilità, si è in attesa della definizione dei provvedimenti cautelari. Pestaggi, accoltellamenti, furti. Ci sono accuse per tutti i gusti e attraverso le immagini delle telecamere e le testimonianze dei presenti ormai i poliziotti hanno ricostruito il quadro completo. Una cosa così, in città, è un'anomalia assoluta. I bengalesi ormai sono arrivati alla quarta generazione, sono la prima comunità straniera per residenti e in passato non si erano mai verificate delle faide intestine.

LA VICENDA

Una vicenda che si sviluppa tra Mestre, appunto, è il villaggio di Abdullahpur, in Bangladesh: 7mila acri per poco più di 18mila abitanti. C'è la vecchia guardia e un altro gruppo di giovani ambiziosi e rampanti. Queste due fazioni, a quanto si legge dai media locali, sono in guerra da tempo. Veniamo al lato veneziano: in città, oggi, vivono 500 bengalesi che provengono dal villaggio. A dare il La alla disputa un presunto furto in un money transfer: un membro di una fazione avrebbe rubato a uno dell'altra circa 120mila euro. Questo, però, è sembrato essere più che altro il classico casus belli: il vero oggetto del contendere, infatti, è un altro. Ovvero, la gestione di un'associazione, la Abdullahpur Shomiti, da sempre governata dagli anziani. È un'associazione che non ha nessun potere reale, è paragonabile a una sorta di proloco. Per i bengalesi, però, è una questione di prestigio: i giovani, che nel frattempo negli anni hanno fatto fortuna, ora vorrebbero spodestare il direttivo. I soldi da una parte, il "potere" dall'altra: è così che è scoppiata la guerra. A Mestre, cinque feriti in pochi giorni. In Bangladesh, invece, il bilancio è stato ben più tragico: quindici feriti (tra cui un ufficiale di polizia) e un morto, un 50enne assassinato pare da un esponente politico locale.
La tregua dovrebbe garantire una pace temporanea e, si spera, che da questo possa iniziare un percorso più duraturo di convivenza civile tra le parti. Nel frattempo, però, le indagini (in Italia e in Bangladesh) proseguono e chi ha sbagliato dovrà pagare le conseguenze. Per chi ha ferito o ucciso non basterà certo una stretta di mano a chiudere i conti.

Ultimo aggiornamento: 10 Aprile, 11:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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