Una faida in Bangladesh dietro le maxi risse nel centro di Mestre

Domenica 7 Aprile 2024 di Davide Tamiello
Maxi risse tra bengalesi a Mestre

MESTRE - Una faida (in presenza e a distanza) tra famiglie bengalesi.

Un botta e risposta di aggressioni, accoltellamenti e persino omicidi tra Mestre e un piccolo villaggio del distretto di Kishoreganj. Una guerra economica e di prestigio che, da lunedì, ha visto cinque risse nel cuore della terraferma veneziana e un omicidio e 15 feriti (con conseguenti 12 arresti) ad Abdullahpur in Bangladesh. Una vicenda violenta e complessa, quella esplosa negli ultimi giorni a Mestre, su cui ora stanno indagando gli uomini della squadra mobile lagunare e le forze dell’ordine bengalesi.

Tutto nasce da quel lontano villaggio che si chiama, appunto, Uttar Abdullahpur. In questo villaggio, 7mila acri per poco più di 18mila abitanti, c’è un’associazione politico-culturale che si chiama Abdullahpur Shomiti. C’è la vecchia guardia, che ha sempre governato l’associazione, e che fa capo all’attuale presidente Anwar Hossain Khan, e un altro di giovani ambiziosi e rampanti, legata a Muktar Khan. Queste due fazioni, a quanto si legge dai media locali, sono in guerra da tempo. Veniamo al lato veneziano: in città, oggi, vivono 500 bengalesi che provengono dal villaggio di Abdullahpur (tra cui anche un consigliere di municipalità, Alì Afay). La fazione dei “giovani”, qui, nel tempo si è arricchita. Una parte di loro, infatti, ha sfruttato il decreto flussi per far fortuna, chiedendo anche diecimila euro a persona ai connazionali per il trasferimento in Italia. Capitali che, poi, sono stati investiti in varie attività, acquistando locali, bar, ristoranti, attività ricettive.

Dalla forza economica, è nata la pretesa di spodestare l’altro gruppo dal comando dell’associazione. Un’associazione, peraltro, che non ha nessun potere, nessuna particolare influenza: il tutto sarebbe legato solamente a una questione di prestigio. Una tensione che è arrivata ad esplodere proprio nell’ultima settimana. Ed ecco che il primo episodio, quello che ha aperto al conflitto: lunedì, uno dei giovani ha aggredito uno degli anziani mentre si trovava al bar Zak’s di via Allegri a Mestre, afferrandolo alla gola e umiliandolo davanti ai suoi amici. Una dichiarazione di guerra che non è passata inosservata: a quel punto, i parenti/fedelissimi dell’anziano hanno risposto accerchiando e picchiando, fino a mandarlo in ospedale, il fratello dell’aggressore. L’altra parte, a questo punto, ha risposto con un maxi agguato in via Monte Nero che si è chiusa con un bilancio di una trentina di persone coinvolte e quattro persone accoltellate. Nel frattempo, la notizia è rimbalzata in patria: tra gli aggrediti c’erano anche dei parenti dei due leader. E così, ne è nato un’altra doppia rissa, una giovedì e una venerdì pomeriggio. In questa seconda, quindici persone sono rimaste ferite, tra cui un funzionario di polizia, ed ha perso la vita un 50enne abitante del villaggio, Ekatar Mia. Per quell’episodio, le autorità locali hanno arrestato appunto 12 persone. Il clima tra i componenti delle due fazioni, a questo punto, è tesissimo. Ieri, a Mestre, diversi negozi di persone appunto originarie di Abdullahpur avevano abbassato le serrande. Chi per malattia, chi per ferie: la motivazione reale, però, quella che non si può scrivere su un cartello.

Ovvero che è in corso una rappresaglia. A Venezia la comunità bengalese è la più numerosa tra quelle straniere: diecimila i residenti, a cui si aggiungono altrettanti connazionali non registrati. È una comunità silenziosa e operaia, che lavora tra hotel, bar e ristoranti ma, soprattutto, sulle navi di Fincantieri. «Abbiamo lavorato tanto per l’integrazione e per inserirci in un contesto nuovo - commenta Prince Howlader, presidente dell’associazione Giovani per l’umanità - speriamo che le autorità individuino al più presto i responsabili, non è giusto che venga gettato fango su un’intera comunità a causa di 100 o 200 persone».

Video

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci