Famiglie venete sempre più indebitate con le banche: siamo a livelli record. Spunta lo spettro dell'usura

Sabato 12 Agosto 2023
I debiti nelle famiglie venete salgono a livelli record

In Veneto le famiglie sono ancora più indebitate: al 31 dicembre 2022, infatti, l’importo medio dell’indebitamento per nucleo familiare presente nella Regione è salito a 24.911 euro. Si tratta dei conti fatti dall’ufficio studi della CGIA. Complessivamente, lo stock dei debiti bancari in capo a tutte le famiglie della nostra regione si è attestato sul livello record di 52,5 miliardi di euro ed è aumentato del 3,7 per cento rispetto al 2021. Sempre in termini assoluti, per indebitamento per famiglia, a livello nazionale il Veneto si trova al sesto posto: dopo Lombardia, Trentino Alto Adige, Lazio, Toscana ed Emilia Romagna.

A livello provinciale, invece, la situazione più “critica” si è verificata a Padova, con il “rosso” in banca medio aumentato del 5,4 per cento rispetto al 2021. Seguono Treviso (+3,3 per cento), Venezia (+2,6 per cento), Verona (+4,3 per cento) Vicenza (+3,3 per cento), Rovigo (+2,2 per cento) e Belluno (+2,2 per cento).

La CGIA, inoltre, avverte su un altro rischio: la ripresa preoccupante dell’usura.

Sebbene in Veneto il numero delle denunce alle forze dell’ordine di questo reato sia pari a una dozzina all’anno, non è da escludere che l’incremento dei debiti delle famiglie spinga più di qualcuno a rivolgersi agli usurai che, da sempre, sono più “disponibili” di chiunque altro ad aiutare chi si trova a corto di liquidità, soprattutto nei momenti economicamente più difficili.

L’usura è infatti un fenomeno “carsico”: difficilmente chi è caduto nella rete degli strozzini si rivolge alle forze dell’ordine. Le vittime, molto spesso, sono minacciate ed hanno paura per la propria incolumità fisica e per quella dei propri cari. Chi rivuole i propri soldi, infatti, non si fa alcun scrupolo: non solo applica nel giro di qualche mese tassi di interesse spaventosi, ma è disposto a qualsiasi cosa pur di recuperare quanto prestato, anche attraverso il ricorso alle maniere forti.

La situazione quindi è critica, ma è ancora sotto controllo: «È probabile che l’incremento dei debiti sia in parte riconducibile alla forte ripresa economica avvenuta nel biennio 2021-2022» evidenzia CGIA. Anche in Veneto, le aree provinciali più esposte economicamente, infatti, sono quelle che presentano i livelli di reddito più elevati. «Sicuramente in queste realtà tra gli indebitati ci sono anche nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli - sottolinea CGIA - tuttavia, il maggiore indebitamento di questi territori potrebbe essere riconducibile ai significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare che, ovviamente, sono in massima parte ascrivibili alle famiglie con un buon tenore di vita». La maggiore incidenza del debito sul reddito si registra nelle famiglie a rischio povertà ed esclusione sociale.

Infine, con il progressivo rallentamento dell’economia e il conseguente crollo dei prestiti bancari alle imprese negli ultimi mesi, non è da escludere che sia in atto un “avvicinamento” delle organizzazioni criminali verso le micro aziende a conduzione familiare (come gli artigiani, i negozianti e tante partite Iva). La soluzione, in questo caso, sarebbe quella di tornare a dare liquidità alle micro imprese. Altra opzione? Incentivare il ricorso al “Fondo per la prevenzione” dell’usura: uno strumento presente da decenni, ma poco utilizzato, anche perché sconosciuto ai più e quindi con scarse risorse economiche a disposizione.

I dati dell’Istat ci dicono che le crisi che si sono succedute dal 2008 in poi hanno aumentato il numero dei nuclei familiari in difficoltà economica: gli effetti di questi choc economici hanno aumentato il divario tra poveri e ricchi.

Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 11:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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