TREVISO – Lo stato di agitazione del personale della cittadella sanitaria è sospeso. Così come il blocco degli straordinari. La svolta è arrivata nell’incontro di lunedì 8 aprile davanti al prefetto Angelo Sidoti tra i sindacati, Fp Cgil, Cisl Fp, Uilfpl, Fials e Nursing Up, e i vertici dell’Usl.
I PUNTI
L’azienda sanitaria si è impegnata a rinforzare la squadra trasporti, cioè quella che si occupa del trasferimento dei pazienti dall’area chirurgica del nuovo monoblocco al corpo centrale del Ca’ Foncello. Cosa non secondaria visti gli spazi della cittadella. Si parla di 8 oss in più. A breve, poi, ci saranno nuove assunzioni: sia amministrativi, per alleggerire i reparti a livello burocratico, che infermieri. Sono 150 quelli in arrivo nella Marca dall’ultimo concorso di Azienda Zero. Ma soprattutto d’ora in poi i tavoli tecnici per il trasloco dei reparti nel monoblocco si terranno con la supervisione del prefetto, come richiesto dai sindacati. Il prossimo è stato fissato per il 18 aprile. L’obiettivo finale è arrivare a completare lo spostamento delle unità nel monoblocco entro la fine di giugno. «Comprendiamo la sofferenza dei lavoratori legata al fatto che stiamo lavorando su due parti diverse: il settore chirurgico del monoblocco e il resto – spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – attiveremo la squadra trasporti per agevolare il trasferimento dei pazienti, oggi un po’ difficoltoso, almeno fino a quando non sarà tutto riunito nel monoblocco».
I TRASFERIMENTI
Nel giro di un mese dovrà essere trasferita la radiologia, tra Tac e risonanze. «Quando ci si riunisce in un blocco unico, nel nostro caso con 20 sale operatorie, si risparmiano risorse umane – continua il direttore – oggi il problema c’è, poi non dovrebbe più esserci». Proprio domani ci saranno gli ultimi collaudi per il completo utilizzo del monoblocco. «La cosa non è dipesa da noi, ma da Ospedal Grando (concessionario privato, ndr) che ha ritardato una serie di passaggi», mette in chiaro Benazzi. Per il resto si attende l’incontro del 18 aprile in prefettura. «Accompagneremo il passaggio dei lavoratori nella nuova cittadella con il supporto delle organizzazioni sindacali – specifica il direttore generale – questo momento verrà superato. I dati che abbiamo fornito al prefetto non dimostrano carenza di personale, né infermieri né oss. In più, stiamo spedendo i telegrammi per le nuove assunzioni». Con la consapevolezza che un infermiere di sala operatoria, che decide su base volontaria di fare il “ferrista”, ha bisogno di 6 mesi di formazione. «Sappiamo che i nostri lavoratori stanno facendo sacrifici. E siamo loro grati – evidenzia Benazzi – ma durante l’emergenza Covid le attività si sono fermate. E ora dobbiamo avere tutti a cuore i pazienti: il bene collettivo supera il bene individuale». I sindacati hanno sospeso l’agitazione. «Più che una risposta, abbiamo trovato degli impegni – spiega Mario De Boni (Cisl Fp) – auspico che ora si possa andare nella direzione giusta».