Torna l’incubo delle quote latte, a rischio l’annullamento delle multe. Aziende agricole in difficoltà

La Nord Est rischia la liquidazione coatta amministrativa per un debito che è stato calcolato in dieci milioni di euro

Sabato 10 Febbraio 2024 di Cristina Antonutti
Torna l’incubo delle quote latte, a rischio l’annullamento delle multe. Aziende agricole in difficoltà

PORDENONE/UDINE - Quote latte, sono tornati i giorni della tempesta. Gli allevatori friulani sono nel panico perché arrivano nuove cartelle, il Tar del Friuli Venezia Giulia ha cambiato orientamento sugli annullamenti delle multe, alcune aziende stanno per andare all’asta e per la Cooperativa agricola Nord Est latte, con sede legale a Pordenone, è stata avviata la procedura della liquidazione coatta amministrativa. A confermarlo è lo stesso legale rappresentante della coop simbolo delle proteste cominciate oltre vent’anni fa: Franco Paoletti, di San Quirino, leader del Cospa e protagonista di un lungo braccio di ferro con le istituzioni. Non vuole piegarsi. Il dito è ancora puntato contro l’Unione Europea. «Carne sintetica, farina di grilli e gasolio sono il male minore - afferma annunciando una marcia di trattori che a giorni punterà direttamente su Trieste - Sono le quote latte la chiave di lettura per capire come l’Ue non funzioni e di come l’Italia abbia usato l’agricoltura come merce di scambio».


IL COMMISSARIAMENTO
Le quote latte, nonostante la stagione del contingentamento sia finita, sono all’origine della crisi della Coop Nord Est. In ballo c’è debito di circa 10 milioni di euro che Paoletti e i soci sono chiamati a ripianare dall’organo regionale di vigilanza sulle cooperative. I giorni stanno per scadere e la presentazione di una memoria potrebbe essere l’unica possibilità per interrompere la procedura. Ma come si è arrivati a questo punto? Lo scorso anno la revisione periodica disposta dalla Regione ha avviato delle irregolarità. La Coop si porta sulle spalle il peso di un enorme e intricato contenzioso sui pagamenti relativi ai prelievi supplementari di latte e sulle relative sanzioni previste per coloro che producevano in eccedenza. «Nel fondo rischi - spiega Paoletti - erano stati indicati 5 milioni relativi ai pagamenti intimati per le annate 2006, 2007, 2008 e 2009.

I 5 milioni di sanzioni sono stati abbattuti grazie a una legge regionale e ricalcolati in 128mila euro». Quest’ultima somma doveva essere saldata a rate. C’erano vent’anni di tempo. I pagamenti sono stati però sospesi, i benefici sono decaduti e le sanzioni sono state riportate a 5 milioni. Sulla base delle osservazioni del revisori, il 22 dicembre la Regione ha revocato gli amministratori della cooperativa e nominato un commissario, indicato nel commercialista Mauro Starnoni.


LA REAZIONE
Paoletti non ci sta. «Ci hanno chiesto di accollarci i debiti che erano stati indicati nel fondo rischi e di evidenziare i capitali socio per socio - spiega - Noi ci siamo opposti. Chiedono soldi, sempre gli stessi, è un atto di terrorismo psicologico. Ad alcuni soci della Nord Est sono arrivate richieste di pagamento di 1 milione di euro, ad altri di 700mila. C’è chi ha avuto attacchi di panico. Io mi sono fatto 2 anni e 9 mesi in affidamento ai Servizi sociali (sentenza del Tribunale di Pordenone nel processo per truffa sulla gestione dei prelievi supplementari per il latte e la creazione di una coop fittizia, ndr). Se devo pagare, pago debiti reali, non debiti inesistenti. Ho aspettato di vedere fin dove si sarebbe spinta questa classe politica. Adesso basta». A gennaio il confronto con il commissario, che ha spiegato a Paoletti e soci che l’unica via di uscita è sanare le irregolarità. Ma l’obiettivo di Paoletti è dimostrate che quei milioni di euro non sono dovuti e che la Regione non può recuperarli. Un muro contro muro che ha innescato il protocollo per la liquidazione coatta amministrativa, ovvero il fallimento della coop.


LA BATTAGLIA
Con la nuova protesta Paoletti intente riportare i riflettori sul caso delle quote latte evidenziandone le criticità. Ricorda ancora una volta l’ordinanza con cui il gip di Roma, Paola De Nicola - evidenziando il pasticcio delle quote latte, dai calcoli sbagliati fino alle multe illegittime - ha espressamente affermato la totale inattendibilità dei dati sui capi che producevano latte e dei dati forniti da Agea. «Non eravamo noi i truffatori - afferma l’allevatore - Dopo l’ordinanza del Gip, dovevano istituire una commissione per fare chiarezza. Una commissione che è nata e morta perché è caduto il Governo Conte 2. Dal 1995 al 2005 le multe sono state annullate e su indicazione dell’Ue bisognava fare nuovi conteggi. Una vittoria di Pirro, perché l’ordinanza De Nicola ha purtroppo fatto scarsa giurisprudenza».

Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio, 10:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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