PRATA - Quote latte, una battaglia annosa che ha scaraventato gli allevatori su una sorta di montagne russe che mozzano il fiato. Agea insegue cartelle di pagamento che riguardano campagne lattiere che risalgono anche a 26 anni fa. Insieme all'Ader, l'agenzia di riscossione, ribatte alle pronunce favorevoli agli allevatori pronunciate dal Tar del Friuli Venezia Giulia tra il 2021 e il 2022 reclamando il diritto alla difesa davanti al Consiglio di Stato, i cui pronunciamenti stanno ribaltando la situazione. È il caso di un allevatore di Prata. A gennaio 2022 l'avvocato Cesare Tapparo aveva ottenuto l'annullamento di cartelle per presunti sforamenti pari a 3,8 milioni di euro. Qualche mese dopo il Consiglio di Stato ha invece annullato la sentenza rinviando la questione al giudice amministrativo. L'orientamento, quello impresso con le sentenze brevi figlie di udienze cautelari, è cambiato. Ieri, a confermarlo, è stata la pubblicazione dell'ultima sentenza in ordine di tempo emessa dal Tar Fvg. Secondo i giudici, l'allevatore nulla deve per i 531mila euro contestati per le campagne 1998 e 2000. Deve invece versare per lo sforamento di quote latte pari a 873mila euro per le campagne 1999 e 2002, nonché 2,4 milioni per le campagne 2001, 2005, 2006, 2007 e 2008. È una sentenza che fa tremare tanti altri allevatori che lamentano la mancata applicazione delle debite compensazioni, oltre che l'erroneità e la falsità dei dati.
LA SITUAZIONE
Finora aveva inciso il pronunciamento della Corte di giustizia europea che riconosce l'errore nel calcolare i criteri delle quote non utilizzate e riassegnate in modo illegittimo. Il Tar del Fvg, inoltre, aveva in più casi ravvisato la tardività della notifica, circostanza che decreta la nullità dei provvedimenti, a cui segue la prescrizione degli interessi e del presunto credito tributario. Sulla stessa scia anche i Tar del Veneto e del Lazio.
NUOVI RICORSI
Tapparo non si ferma. La sentenza che consentirebbe ad Aded di riscuotere 3,3 milioni per conto di Agea verrà impugnata in Consiglio di Stato. Contemporaneamente il legale agirà su un altro fronte: sollevare una questione di incostituzionalità. «È stato fatto un passo indietro - ribadisce - nonostante sia stato riconosciuto dal legislatore che i conteggi vanno rideterminati».