Boara Pisani. Donate cornee e valvole del cuore: l'ultimo lascito di Alessandro, morto in moto a 21 anni

L'incidente è avvenuto a pochi passi da casa: il giovane stava provando la sua moto da pista

Martedì 4 Luglio 2023 di Enrica Marchetto
Il ricordo degli amici

BOARA PISANI (PADOVA) - A pochi giorni dalla sua tragica morte, sorprende quanto, seppur ancora giovanissimo, Alessandro Magarotto avesse a cuore il prossimo. È stata sua la scelta di donare gli organi, nel momento in cui ha rinnovato la carta d'identità ancora lo scorso anno. Grazie a questo gesto, ora due persone potranno riacquistare la vista grazie al trapianto di cornea, un'altra potrà tornare a correre grazie alle valvole del cuore donate da Alessandro così come altre ancora potranno avere una vita migliore grazie al trapianto dei tessuti.

Un nobile gesto supportato anche dalla famiglia che ne ha rispettato la volontà e che fa capire ancora una volta quanto questo ragazzo fosse di sani principi.

I funerali

Domani pomeriggio alle 16.30 l'ultimo saluto nel quale amici e parenti si riuniranno in un unico grande abbraccio attorno al ventunenne. Quasi del tutto sciolti i dubbi sulla dinamica dell'incidente avvenuto nel pomeriggio di sabato primo luglio, ripreso dalle telecamere della Serenissima Ristorazione a pochi metri da dove il giovane abitava con la famiglia a Boara Pisani. In gergo tecnico si dice che si è "chiuso il davanti", cioè il manubrio, probabilmente dovuto ai freni troppo stretti della moto motard Honda 400, provocando la caduta e la morte sul colpo del ragazzo. Alessandro da poco, oltre a lavorare per la Zambelli Riduttori di Lendinara come impiegato tecnico, faceva il meccanico per la L30 Reacing che gli consentiva di coltivare la sua grande passione per le due ruote nei circuiti italiani ed europei più importanti. Ragazzo pieno di vita, solare, sorridente, e con dei valori sani che nei ragazzi di oggi è raro trovare.

Chi era Alessandro

«Era pieno di sogni e aveva messo le basi per realizzarli», il commento del fratello Alberto. Determinato e forte, pieno di idee e di ambizioni, un ragazzo che si è sempre fatto in quattro per gli altri senza chiedere nulla in cambio. Gli zii Fabio e Silvana erano padrino e madrina di Alessandro e lo consideravano un figlio. «Era un ragazzo bravissimo a scuola, tanto che ha trovato subito lavoro. Amava molto la vita e per questo non esagerava mai: non beveva e non fumava. Di recente si era anche messo a dieta e a fare attività sportiva proprio per poter essere ancor più preparato per trasformare la sua passione per le moto in un lavoro vero e proprio. Aveva un fisico scultoreo. Quando si metteva in testa una cosa partiva in quarta e faceva di tutto per raggiungere i suoi obiettivi. Da qualche tempo ci diceva che voleva lavorare per la Ducati. I suoi progetti erano ambiziosi, ma si impegnava al massimo per realizzarli. Andava a letto presto e si alzava presto per fare sport prima di andare in ufficio. Tanto che alcuni amici dicevano che non si godesse più la vita, ma in realtà lo faceva perché se la godeva nel modo più sano».

Il dolore

Chiusi nel loro dolore, la mamma Elisabetta e il papà Marco al momento preferiscono non rilasciare nessuna dichiarazione, così come gli amici più stretti di Alessandro, increduli ancora oggi di quanto successo. «Sarebbe stato bello chiedere ad Alessandro che cosa provava quando si metteva in sella alla sua moto e correva lasciandosi accarezzare dal vento oppure quando con le sue mani diventava esperto di motore - afferma il parroco, don Francesco Lucchini - Alessandro, è stato un ragazzo determinato, non gli piaceva trascinare la vita e lasciarsi prendere dalle banalità. Ha cercato di incastrare bene nel suo tempo, dovere e piacere, lavoro e passione. Purtroppo le cose sono andate come sono andate».
«Un fatto che ha sconvolto un'intera comunità - il commento del sindaco di Boara Pisani Andrea Gastaldello - tutta l'amministrazione comunale è vicina alla famiglia. Per il giorno del funerale, in accordo con don Francesco, abbiamo predisposto degli altoparlanti posizionati all'esterno della chieda oltre ad una squadra della polizia municipale e Protezione Civile a servizio della comunità». 

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