Aggredito da due ragazzini in centro a Treviso. Vittima invitata a cena dal papà del bullo arrestato: «Ho detto di sì, voglio capire perché lo ha fatto»

Dopo il violento pestaggio nel cuore della città un gesto inaspettato da parte dei genitore del giovane teppista

Domenica 7 Aprile 2024 di Valeria Lipparini
Luca Gobbo, l'uomo aggedito da due minorenni in vicolo Rialto. Lo hanno picchiato perché ha difeso una donna

TREVISO - Un invito a cena inaspettato per conoscere uno dei due bulli che lo hanno picchiato. Una sorta di pacificazione per la vittima dell'aggressione di venerdì 5 aprile in vicolo Rialto, in attesa che la giustizia minorile faccia il proprio corso. Per Luca Gobbo, l'uomo preso a calci e pugni, è stata una proposta inaspettata, fatta dal papà del 17enne arrestato dalla polizia per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Il complice 15enne invece se l'è cavata "soltanto" con una denuncia. La vittima non serba rancore, anzi ha accetato di buon grado qiella mano tesa: «Per me sarebbe bellissimo poterlo vedere e capire cosa gli è saltato per la testa.

Anch'io sono padre e l'ultima cosa che vorrei vedere è un ragazzo che perde le redini della sua vita. 

I genitori «brave persone», i figli allo sbando

Ieri, 6 aprile, Gobbo si è messo in auto per tornare a casa: vive in Svizzera con la famiglia ed era a Treviso per incontrarsi con alcuni parenti. Tornerà nella Marca tra un mesetto. Per ora ha chiuso il brutto episodio di vicolo Rialto tra una parentesi. Non senza dire: «Il papà del ragazzetto che mi ha pestato è di una gentilezza disarmante. È proprio una brava persona. Il giorno della rissa mi ha pregato di chiamare i carabinieri e mi ha detto esattamente “Faccia quello che deve fare”, come se cercasse un’ancora di salvezza nelle forze dell’ordine per raddrizzare una situazione che non riesce più a gestire». Gobbo ha riportato ferite lievi (alla fronte e a una mano) e rifarebbe quello che ha fatto venerdì. «Ho visto una mamma insultata da quei due che circolavano in bici in Galleria Rialto. Li aveva redarguiti, chiedendo di scendere dalla bici e loro l’avevano insultata. L’ho difesa e sono stato colpito con calci e pugni».

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L'invito dal padre del ragazzo

Ieri mattina, il giorno dopo la rissa, il papà del 17enne ha telefonato a Luca Gobbo per informarsi sulle sue condizioni di salute. E gli ha fatto una proposta. «Tra un mese, quando tornerò a Treviso, mi ha chiesto di andare a cena da loro per conoscere il figlio che mi colpito con calci e pugni. Per me sarebbe bellissimo. I giovani vanno raddrizzati e quell’anima va recuperata. Anche per i genitori che, credo, stiano facendo il possibile per quel figlio che ha preso da tempo una brutta strada. Mi piacerebbe parlargli e capire che è pronto a cambiare e a pagare il suo prezzo alla giustizia».

Cosa si sono detti padre e figlio?

Ma c’è di più. Perchè qualcosa è successo tra padre e figlio venerdì pomeriggio in Questura. Il 17enne era in stato di arresto. Ma il papà lo ha visto e gli ha parlato. Poche frasi. Forse sufficienti a farlo sperare. È sempre Gobbo a raccontarlo: «Quando mi ha telefonato mi ha detto che aveva visto il figlio in Questura e che il ragazzo gli aveva detto “Sono stanco, papi”. E poi gli ha chiesto come stava la persona che aveva malmenato. Mi ha detto che ha visto un figlio diverso. O, almeno, ci spera tanto». Gobbo conclude: «Il papà ha visto una scintilla di speranza. Il figlio era esausto. Forse si renderà conto di cosa ha combinato. E forse la sofferenza che ho letto in quella famiglia potrà alleviarsi un po’».

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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