«Capienza al limite, difficile accogliere gruppi numerosi»

Martedì 30 Giugno 2015
(m.zi.) Se gli arrivi non si fermano, la disponibilità di posti nelle strutture di accoglienza di emergenza, gestiti da diverse cooperative sul territorio, è ormai decisamente limitata. Sono cinque le realtà che hanno risposto all'ultimo bando. Tre operano nel settore già da tempo. E tutte stanno ospitando un numero di profughi vicino a quello limite.
Nell'ex residenza universitaria Leopardi, a due passi da Prato della Valle, l'accoglienza di nuovi arrivati si è fermata, in attesa anche di sapere cosa deciderà la Diocesi, proprietaria dell'immobile, circa il destino della struttura. Intanto gli ospiti, nigeriani e maliani per lo più, attendono in qualche caso la convocazione della commissione che deve valutare la richiesta della status di rifugiato, in altri casi l'esito del ricorso dopo il diniego. In città altre strutture che hanno scelto la «micro accoglienza», con spazi, spesso appartamenti, dove sono ospitati piccoli gruppi con presenze continue di operatori, sono in una situazione simile e quindi sembra difficile, allo stato attuale delle cose, che numeri importanti di profughi in arrivo dalla Sicilia possano essere accolti in queste strutture.
Spesso ad assorbire un flusso importante di arrivi sono state le strutture presenti in provincia, soprattutto nella Bassa padovana, gestite da Ecofficina. Anche in questo caso però gli operatori che si occupano dell'accoglienza e della gestione dei richiedenti asilo sul territorio fanno sapere che gli spazi liberi sono ridotti: «Abbiamo qualche posto sparso in qualche struttura - spiegano da Ecofficina - magari perchè qualche eritreo o siriano è partito, ma non si tratta di numeri importanti».
Un arrivo numericamente importante quindi, allo stato delle cose, difficilmente potrà essere assorbito senza fatica dalle strutture padovane. Ovviamente c'è da tener presente che non tutti i richiedenti asilo si fermano settimane o addirittura mesi (questa fase di accoglienza di emergenza è iniziata circa un anno fa). Spesso, soprattutto se provenienti appunto da Siria, Somalia ed Eritrea, i profughi si fermano pochi giorni. In questo caso qualche gruppo, che magari ha già dei contatti sul territorio, è ospitato anche alla Casa Don Gallo, la struttura occupata, ma al di fuori del circuito di accoglienza finanziato dai bandi della Prefettura.

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