Quanto costava fare la spesa in epoca flavia (l’arco cronologico compreso tra il 69 al 96)? È vero che i Romani mangiavano sempre adagiati sul triclinio? Quanto potevano spendere per allestire sontuosi banchetti? Ancora: quanti tipi di pane erano a disposizione? Quali pietanze venivano cucinate e servite in tavola? Di norma, come si componeva la loro dieta gastronomica? Nel corso degli anni come si è trasformata? E infine: quanto il cinema (si pensi al filone “peplum”) ha distorto questi concetti?
Tante domande.
Ma l’appuntamento - introdotto da Stefano Francocci, direttore del museo nepesino – si annuncia affatto particolare perché dopo la presentazione si potranno assaggiare gratuitamente, con sicuro godimento del palato, alcune pietanze ricostruite in cucina da Cristina Conte, che ha collaborato alla stesura del volume dettando varie ricette, basate su quanto è stato tramandato da Catone, Varrone, Apicio e Columella. «Si potrà assaggiare – promette l’archeocuoca - la patina apiciana, il libum di Catone, l’epytirum su una fetta di panis cibarius, il savillum e bere un bicchierino di mulsum, il vino speziato al miele».
L'evento si svolgerà in osservanza delle norme di contrasto alla diffusione del Covid-19 (obbligatorio Green Pass rafforzato e mascherina). In considerazione dei posti limitati prenotazione obbligatoria a redazione@edizioniefesto.it. Per info: Museo Civico di Nepi, tel 0761.570604, museo@comune.nepi.vt.it