Guado di Sferracavallo: conferenza sulle ultime ricerche alla necropoli etrusca di Norchia

Sabato 22 Gennaio 2022 di Carlo Maria Ponzi
La necropoli etrusca di Norchia

“Guado di Sferracavallo.

Indagine archeologica del sito, la tipologia delle tombe, i corredi funerari e le prospettive future di una delle necropoli di Norchia”: è il titolo dell’incontro  fissato sabato 22 gennaio, alle ore 16,30, al Museo archeologico nazionale della Rocca Albornoz. L’iniziativa rientra nell’ambito del programma di conferenze e presentazioni a corredo della mostra in “Fototempismo, di Enzo Trifolelli,  “Il Risveglio degli Etruschi”, a cura di Salvatore Enrico Anselmi, allestita presso il citato Museo.

Partecipano all’incontro, organizzato dall'associazione Archeotuscia odv e introdotto dal presidente di quest’ultima Luciano Proietti, Stefano Petrocchi, direttore regionale dei musei del Lazio; Margherita Eichberg, Soprintendente dell’area archeologica, belle arti e paesaggio di Viterbo e dell'Etruria meridionale; Sara De Angelis, direttrice del Museo di Rocca Albornoz;  Beatrice Casocavallo, funzionario della Soprintendenza archeologica delle belle arti e paesaggio di Viterbo e dell’Etruria meridionale; Simona Sterpa, archeologa, direttrice delle compagne di scavo; Lorenzo Benini, responsabile sponsor Trust di Scopo Sostratos; Emanuele Ioppolo, restauratore dei corredi funebri.

La necropoli di Sferracavallo fu scoperta nel 2010 da Mario Sanna e Luciano Ilari di Archeotuscia. Inizialmente trovarono la tomba rupestre con la forma a casetta, poi tutte le restanti. Già visitata e saccheggiata dai tombaroli, la tomba più visibile fu trovata intatta e ha restituito un rilevante corredo funebre. Era dagli anni '70 dell’altro secolo che non che non si trovava una tomba integra a Norchia.

«La felice contaminazione tra la mostra di Trifolelli, di grande originalità tecnica – sottolineano gli organizzatori - e la serie di iniziative e presentazioni editoriali che ne stanno punteggiando il denso programma a latere, è stata concepita per arricchire il portato culturale della manifestazione, allo scopo di riannodare un tenace nesso di appartenenza con la città di Viterbo. Il successo che gli appassionati d’arte e archeologia stanno tributando è la conferma della fondatezza di tale assunto circa la proficua integrazione reciproca tra proposte culturali coerenti e nel contempo diversificate tra loro per tipologia»”. Ingresso libero; obbligatorio il Green pass.

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