Il calvario dei rifiuti: mezzo milione di proteste a Roma

Giovedì 11 Luglio 2019
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Il malcontento dei romani viaggia a un ritmo di reclami mai visto: mezzo milione di proteste all’anno contro i disservizi dell’Ama. E questo succedeva prima della lunga crisi dei rifiuti a Roma ancora in corso, quando la rabbia dei cittadini si è moltiplicata. A far infuriare maggiormente sono la scarsa puntualità della raccolta “porta a porta”, le strade sporche mentre gli spazzini latitano e i cassonetti che non vengono svuotati per giorni e traboccano d’immondizia. Il malumore che monta a livelli record è stato fotografato in un rapporto ufficiale del Campidoglio (è stato pubblicato ieri dalla Commissione di controllo sull’applicazione del Contratto di servizio dell’Ama). Dal dossier emerge un elemento ancora più preoccupante: sono numeri del 2018 che contabilizzano le chiamate alla linea verde della municipalizzata. Prima quindi della grande crisi della raccolta che tormenta Roma ormai da cinque settimane. Migliaia di romani hanno chiamato l’Ama in questi giorni. Ma già nel 2018 le segnalazioni per le inefficienze avevano superato l’incredibile quota 550.666, con un aumento sensibile rispetto all’anno precedente, quando furono 379.615 (+45 per cento). Numeri che certificano come la situazione della raccolta dei rifiuti e della pulizia delle strade sia in caduta libera, non a caso nel 2018 è diminuita anche la percentuale della raccolta differenziata, cosa che non avveniva a Roma da dieci anni. Altro dato che fa scattare un campanello d’allarme: i cittadini protestano segnalano, reclamano, ma le risposte non sono puntuali perché - sempre dati ufficiali della Commissione di controllo del Comune - una volta su quattro alle segnalazioni non segue un’adeguata spiegazione dell’azienda. Più nel dettaglio recita il report: «Le relazioni trimestrali dell’Ama specifiche su reclami e segnalazioni evidenziano una percentuale media di evasione delle pratiche per il 2018 pari al 73,15 per cento, in diminuzione rispetto all’80,82 per cento del 2017». Chiaro no? I romani presentano più reclami, ma l’Ama evita più di frequente di rispondere.
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