Un braccio robotico controllato dal pensiero, in grado cioè di captare i segnali del cervello e trasformarli in istruzioni da eseguire: è la protesi più avanzata mai progettata il risultato dello studio di un team di neurologi e bio-ingegneri dell'Università di Pittsburgh, in Pennsylvania, pubblicato sulla rivista The Lancet. Un aiuto concreto per chi non può muoversi a causa di una paralisi: il braccio robotico, spiegano gli scienziati, sostituisce i comandi e i segnali dati dal cervello per lo spostamento, l'orientamento e la ricerca di oggetti, e permette di svolgere tutte le attività quotidiane altrimenti impossibili. Due piccoli chip impiantati nel cervello del paziente permettono di captare i segnali elettrici, poi trascritti in modo che un computer ordini al braccio di agire di conseguenza. La sfida più difficile era la costruzione di un algoritmo che lavorasse sulle connessioni cerebrali e le trasformasse in istruzioni per il robot. In tre mesi la donna di 52 anni sulla quale è stato testato, paralizzata dal collo in giù, è stata in grado di completare con successo il 91,6% dei movimenti, con un tempo di trenta secondi inferiore all'inizio del test. Prossimo passo rendere la protesi sensibile al tatto e collegare i pazienti al robot con il wifi.
Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 15:46
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