SCHIO – Valentino Bortoloso deve restituire l’onorificenza dello Stato “Medaglia della Liberazione” dedicata agli eroi della Resistenza, conferitagli il 16 giugno in Prefettura a Vicenza. A decidere la revoca è stato il ministro della Difesa Roberta Pinotti che ha accolto la richiesta formulata prima dal sindaco Valter Orsi e successivamente dall’assessore regionale Elena Donazzan e dal parlamentare della Lega nord Filippo Busin.
La consegna dell’onorificenza ha scatenato, dal giorno successivo, infuocate polemiche, per la storia personale di Valentino Bortoloso, 94 anni, uno dei due capi del commando partigiano comunista di 12 uomini che nella notte tra il 6 e 7 luglio 1945 (a guerra finita) penetrò arbitrariamente nelle allora carceri mandamentali, ora biblioteca civica Renato Bortoli, per ammazzare con sventagliate di mitra 54 persone (14 donne e 7 minorenni), ree di essere fasciste o collegate al regime di Benito Mussolini. Una ventina furono i feriti che sopravvissero dopo il ricovero in ospedale. Per quella strage Valentino Bortoloso, “Teppa” il suo nome di battaglia da partigiano comunista, fu condannato a morte dagli Alleati, pena successivamente commutata in carcere nei successivi processi per scontare circa 10 anni, fino al 1955 quando tornò in libertà.
Hai scelto di non accettare i cookie
La pubblicità personalizzata è un modo per supportare il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirti ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, ci aiuterai a fornire una informazione aggiornata ed autorevole.
In ogni momento puoi modificare le tue scelte tramite il link "preferenze cookie".