Papa Francesco, veglia con un filo di voce: la difficile Pasqua di Bergoglio. «No ai muri dell'indifferenza e dell'egoismo»

Dopo l'assenza alla Via Crucis, il pontefice ricompare in Vaticano. Oggi sarà alla messa

Domenica 31 Marzo 2024 di Franca Giansoldati
Papa Francesco, veglia con un filo di voce: la difficile Pasqua di Bergoglio

Gli occhi di seimila persone sono restati incollati su Papa Francesco quando ieri sera è arrivato in basilica sulla carrozzina spinta come sempre dal suo aiutante personale.

Sandro Mariotti non lo perde ormai di vista un minuto e, da tempo, è divenuto una presenza costante al suo fianco, interpretandone al volo le necessità, aiutandolo lesto se si accorge che qualcosa si è inceppato, sorreggendolo con delicatezza per alzarsi e sistemarsi sullo scranno.

Dopo un giorno di silenzio la presenza a San Pietro dell'ottantasettenne pontefice ha fatto tirare un respiro di sollievo ai fedeli di tutto il mondo piuttosto preoccupati per l'improvviso e inaspettato forfait che l'altra sera ha dato all'ultimo minuto, disertando la Via Crucis al Colosseo. In basilica la sua voce amplificata dai microfoni è sembrata subito parecchio affaticata, il respiro un po' corto. «La luce di Cristo che risorge glorioso disperda le tenebre dal cuore e dallo spirito». Ai lati del suo scranno, nell'atrio della basilica vaticana, c'erano una fila di cardinali che tenevano in mano dei ceri spenti in attesa venissero accesi con la fiamma benedetta.

POPOLI OPPRESSI

Il suo primo pensiero è volato alla pace, ai «popoli spezzati dal male e percossi dall'ingiustizia, ai popoli senza luogo, popoli martiri» che avranno giustizia nella speranza della resurrezione. «Cantate il Signore della vita che sorge dalla tomba più splendente di mille soli». Proprio come è accaduto per le meditazioni che ha scritto per la Via Crucis, anche in questa omelia non sono mai stati fatti riferimenti diretti ed espliciti ai conflitti in corso, in quella che ha definito più volte la terza guerra mondiale a pezzetti. Tuttavia era facile immaginare la sua sollecitudine soprattutto per i destini di Gaza, Kiev, della Siria o del Sudan. «Ecco la Pasqua di Cristo, ecco la forza di Dio, la vittoria della vita sulla morte, il trionfo della luce sulle tenebre, la rinascita della speranza dentro le macerie del fallimento».

L'inizio della prima fase della lunga Veglia pasquale ha avuto inizio al buio, nell'atrio di San Pietro, con la benedizione del fuoco, il braciere posto al centro e la preparazione del grande cero pasquale sul quale Bergoglio ha segnato due lettere, l'alfa e l'omega, simbolo della potenza di Cristo capace di vincere la morte e spezzare ogni catena. Poi è stato intonato il canto dell'Exultet con la processione dei cardinali e dei vescovi verso l'altare. Il Baldacchino del Bernini è ancora tutto incartato e protetto per via del lungo restauro che lo riporterà a nuovo in tempo per l'inizio del Giubileo. Visto da lontano e in penombra assomigliava al monolite del film di Kubrick. In questi giorni in cui il Papa si è visto particolarmente affaticato sono stati in tanti in curia a chiedersi se avrà sufficienti energie per aprire la Porta Santa il 24 dicembre e per portare a termine le oltre cinquanta celebrazioni previste in calendario per l'Anno Santo. Questo evento internazionale si delinea già un tour de force massacrante. Francesco però continua a ripetere che si governa con la testa e non con le ginocchia e così il suo programma per ora lo mantiene inalterato. Prossimamente ha in previsione diverse visite in Italia, a cominciare dall'inaugurazione del Padiglione vaticano alla Biennale d'arte a Venezia il 28 aprile, a cui farà seguito una serie di trasferte brevi ed alleggerite: Verona, Trieste, in Belgio per i 600 anni dell'università cattolica di Lovanio. Infine anche un viaggio continentale a Papua Nuova Guinea e Indonesia per la seconda metà di agosto. Chissà.

PROGRAMMI

L'omelia con la quale ha annunciato la Pasqua è stata tradotta e diffusa in otto lingue, arabo compreso. Francesco ha predicato di come Dio abbia aperto «una pagina nuova per il genere umano. Da quel momento - ha aggiunto - se ci lasciamo prendere per mano da Gesù nessuna esperienza di fallimento e di dolore, per quanto ci ferisca, può avere l'ultima parola sul senso e sul destino della nostra vita. Nessuna sconfitta, nessuna sofferenza, nessuna morte potranno arrestare il nostro cammino verso la pienezza della vita». Poi si è soffermato sul racconto dei Vangeli che narra di quando le donne andarono al sepolcro e videro che era aperto. Dio sposta i «macigni della morte, spazzando via paure, amarezze che bloccano la via verso la gioia e la speranza». Infine come è tradizione la vigilia di Pasqua ha battezzato otto adulti provenienti dal Giappone, dalla Corea, dall'Albania e quattro dall'Italia.

Ultimo aggiornamento: 10:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA