Città del Vaticano – Papa Francesco punta il dito contro chi destabilizza il pianeta, alimenta le guerre, i trafficanti di armi. «Anche nel nostro tempo, una guerra “a pezzi” viene combattuta su più scenari e in diverse modalità. Dobbiamo perlomeno sospettare che nel quadro di una globalizzazione fatta soprattutto di interessi economici o finanziari, la “pace” di alcuni corrisponda alla “guerra” di altri. E questa non è la pace di Cristo!» ha denunciato durante l'udienza generale del mercoledì che, da quando è scoppiata la pandemia, non si svolge più nell'Aula Paolo VI o in piazza ma nella biblioteca del palazzo apostolico, senza folla.
Il Papa attorniato da alcuni collaboratori (distanziati secondo le regole sociali) ha letto il discorso, commentando la Lettera di San Paolo agli Efesini spiegando che Gesù porta la pace annullando l’inimicizia e riconciliando. Il tema lo ha portato a parlare degli operatori di pace.
«L’amore per sua natura è creativo e cerca la riconciliazione a qualunque costo. Sono chiamati figli di Dio coloro che hanno appreso l’arte della pace e la esercitano, sanno che non c’è riconciliazione senza dono della propria vita, e che la pace va cercata sempre e comunque. Sempre e comunque: non dimenticare questo! Va cercata così».
Nei saluti finali, rivolgendosi agli italiani, Francesco li ha incoraggiati ad accogliere le sofferenze e le prove della vita come preziosa occasione di redenzione e di salvezza”.
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