Città del Vaticano - «Speriamo di salvare le loro vite». Yulia e Iryna hanno finalmente potuto chiedere personalmente a Papa Francesco di aiutare i loro mariti, due militari ucraini, che da quasi settanta giorni sono in trappola nelle acciaierie di Azofstal, a Mariupol, sotto i bombardamenti russi.
«Papa Francesco ci ha assicurato che farà tutto quello che potrà e che sta pregando per noi» ha affermato Yulia, riferendosi a quanto ha detto loro il pontefice nel breve tempo del saluto. «Lo abbiamo incoraggiato ad intraprendere un viaggio a Kyev e a dire a Putin di andarsene. La situazione è terribile. Speriamo che i nostri mariti riescano a sopravvivere».
Le giovani mogli dei militari di Azov avevano scritto al Pontefice e chiesto attraverso la ambasciata ucraina una udienza. La risposta è arrivata ieri con l'invito per l'odierno incontro.
«Pensiamo ci siano ancora civili dentro l'acciaieria, perche' ci sono le famiglie dei militari. Hanno paura ad essere evacuati perche' hanno paura che i militari russi non li lasciano andare nei territori ucraini e perche' le persone che vengono evacuate da Azovstal vanno prima nei campi di raccolta gestiti dai militari russi e successivamente vengono spostati verso la Federazione russa. Inoltre hanno paura di essere torturati e uccisi».
Papa Francesco è arrivato all'udienza generale a bordo della jeep bianca, prima ha fatto un giro tra i fedeli presenti in piazza San Pietro per salutarli. Stavolta il Papa non ha fatto uso della seggiola a rotelle, anche se continua ad avere fortissime difficoltà a muoversi, cosa che può fare solo con l'assistenza dei suoi collaboratori.