Città del Vaticano - Il Vaticano dichiara guerra al bullismo on line, via chat, via Facebook. Un fenomeno che spesso è la causa del suicidio di tanti adolescenti. IN questi giorni è nato al di là del Tevere un Osservatorio internazionale sul cyberbullismo denominato Ico (International Cyberbullying Observatory) per iniziativa della Fondazione Scholas, la realtà internazionale fondata da Papa Francesco per promuovere il diritto all’educazione grazie alla rete di oltre 440 mila scuole in tutto il mondo. Partner dell’iniziativa la Fondazione Carolina, impegnata nella tutela dei minori sul web in memoria della prima vittima di cyberbullismo, divenuta simbolo per tutti ragazzi, Carolina Picchio. «Raccogliere le informazioni da ogni parte del mondo, generare proposte concrete e favorire politiche pubbliche di prevenzione del fenomeno», ha spiegato Jose’ Maria del Corral, presidente di Scholas, che ha riassunto gli scopi dell’Osservatorio. «I principali responsabili del bullismo siamo noi, l’opinione pubblica», ha provocato il presidente di Scholas, perchè di fronte agli episodi che vedono vittime i ragazzi «c’e’ un gruppo silenzioso che tace, che festeggia o che non ha il coraggio di denunciare, perche’ l’aggressione sia fermata alla radice. Il bullo, in questo modo, si sente applaudito».
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