Migranti, il Papa chiede ai governi che il Giubileo 2025 garantisca a chi emigra il diritto di scegliere se partire in sicurezza

Giovedì 11 Maggio 2023 di Franca Giansoldati
Migranti, il Papa chiede ai governi che il Giubileo 2025 garantisca a chi emigra il diritto di scegliere se partire in sicurezza

Città del Vaticano – Il Giubileo del 2025 possa mobilitare lo «sforzo congiunto» della comunità internazionale per garantire ai migranti la possibilità di scegliere se restare nella propria nazione oppure trasferirsi altrove in sicurezza. Il Papa fa notare per l'ennesima volta che la gente fugge perchè spesso non ha altra alternativa, a causa di carestie, guerre, conflitti a bassa intensità, miseria, corruzione, sfruttamento. Basti pensare quello che sta accadendo in Sudan, con la guerra civile che ha già provocato centinaia di migliaia di profughi ammassati ai confini, molti dei quali pronti a scappare per mancanza di alternative. «I migranti scappano per povertà, per paura, per disperazione – scrive in un messaggio Bergoglio - Al fine di eliminare queste cause e porre così termine alle migrazioni forzate è necessario l’impegno comune di tutti, ciascuno secondo le proprie responsabilità (...) Dobbiamo prodigarci per fermare la corsa agli armamenti, il colonialismo economico, la razzia delle risorse altrui, la devastazione della nostra casa comune». 

Papa Francesco da Orban, in agenda nodo migrazioni e futuro del Cristianesimo in Europa

Il filo del discorso collega strettamente il fenomeno migratorio e le variabili economiche.«Mentre ci avviciniamo al Giubileo del 2025, è bene ricordare questo aspetto delle celebrazioni giubilari.

È necessario uno sforzo congiunto dei singoli Paesi e della Comunità internazionale per assicurare a tutti il diritto a non dover emigrare, ossia la possibilità di vivere in pace e con dignità nella propria terra. Si tratta di un diritto non ancora codificato, ma di fondamentale importanza, la cui garanzia è da comprendersi come corresponsabilità di tutti gli Stati nei confronti di un bene comune che va oltre i confini nazionali. Infatti, poiché le risorse mondiali non sono illimitate, lo sviluppo dei Paesi economicamente più poveri dipende dalla capacità di condivisione che si riesce a generare tra tutti i Paesi. Fino a quando questo diritto non sarà garantito – e si tratta di un cammino lungo – saranno ancora in molti a dover partire per cercare una vita migliore».

La Cei valuta l'operato del governo Meloni: bene sugli anziani, collaboriamo per i poveri ma ancora male per i migranti

La Chiesa sta lavorando in diverse direzioni per aiutare i paesi a riflettere che «ogni migrazione dovrebbe essere frutto di una scelta libera: siamo chiamati ad avere il massimo rispetto della dignità di ogni migrante; e ciò significa accompagnare e governare nel miglior modo possibile i flussi, costruendo ponti e non muri, ampliando i canali per una migrazione sicura e regolare».

Dl Migranti, agli scafisti fino a 30 anni e aggravante in caso di morte in mare. Espulsioni più facili per gli irregolari

© RIPRODUZIONE RISERVATA