L'eutanasia attiva che è già legale nei Paesi Bassi dal 2002 da domani farà un ulteriore passo in avanti perché in futuro, anche i ragazzini sotto i dodici anni sofferenti di gravi patologie, potranno essere legalmente uccisi a determinate condizioni.
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Il nuovo regolamento non contiene ancora alcun requisito di assistenza per porre fine alla vita dei bambini. Spetta ora ai medici elaborare degli standard anche se rimane sottinteso che «l'opinione del bambino dovrebbe essere ricercata per quanto possibile in modo appropriato alla comprensione e all'età del piccolo". Resterebbe fermo che non si procede se un bambino esprime che "preferisce la sua situazione attuale alla cessazione della vita».
I giovani di età superiore ai dodici anni nei Paesi Bassi possono già richiedere l'eutanasia. Fino all'età di 16 anni, è richiesto il consenso dei genitori. Dal 2005, anche i neonati malformati possono essere uccisi senza penalità se vengono soddisfatte determinate condizioni mediche. La Chiesa olandese e belga è intervenuta a più riprese negli anni passati ma intanto il dibattito ha continuato ad andare avanti e ad essere concretizzato in parlamento.
Le cifre dei Paesi Bassi fanno riflettere e sono in aumento: nel 2022, ben 8.720 persone sono morte a causa dell'assistenza attiva dei medici. Ciò corrisponde a un aumento del 13,7 per cento rispetto al 2021. In totale, circa il 5,1 per cento di tutti i 169.938 decessi nel 2022 erano dovuti al suicidio assistito (2021: 4,6 per cento).
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Anche le diagnosi sono aumentate: secondo la legge, ad esempio, l'eutanasia attiva è consentita solo per malattie gravi, incurabili e insopportabili. Tuttavia, i medici ora accettano anche la "stanchezza della vita", la depressione grave o la vecchiaia come motivo. Secondo una sentenza della Corte Suprema nel 2020, l'eutanasia dei pazienti con demenza grave è consentita anche se hanno precedentemente formulato una chiara volontà di vita ma si oppongono all'iniezione letale al momento dell'eutanasia pianificata.
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Dalle statistiche interne emerge che la condizione più comune per il desiderio di morire - nel 2022 - era il cancro (57,8 per cento). Tuttavia ci sono stati aumenti particolarmente forti in due gruppi differenti: la demenza – con un aumento del 34 per cento rispetto al 2021 e richieste legate all'età avanzata (23,5 per cento).
Il cardinale olandese Willem Eijk ciclicamente è intervenuto nel dibattito pubblico per fare sentire la voce della Chiesa a protezione della vita umana dei più fragili. «Perché allargare ulteriormente il cerchio – si chiedeva l'anno scorso il cardinale Eijk – quando lo stesso ministro ha ammesso che si tratta di una minoranza?» (si parla di 5-10 casi all’anno). Per loro, aggiunge Eijk, «ci si deve concentrare sulla ricerca di cure palliative più efficienti». Il ministero però insisteva per tutelare quei medici per cui l’unica soluzione è porre fine alla vita dei bambini senza però essere puniti.
Papa Francesco l'ultima volta che ha tuonato contro l'eutanasia risale a qualche settimana fa quando ha nuovamente sottolineato che non esiste un diritto alla morte ma alla vita.
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