Città del Vaticano - Un vescovo italiana traccia l'identikit degli odiatori di Papa Francesco in base a quello che ha potuto raccogliere all'interno della sua diocesi, quella di Teano.
Il vescovo stesso ha ricevuto, in passato, una buona dose di insulti, minacce e maledizioni per le disposizioni con le quali aveva proibito ai sacerdoti non vaccinati di distribuire la comunione facendo uso delle mascherine.
I contestatori, scrive il prelato, «hanno caratteristiche ben delineate. Sono guidati da preti, a volte anche da laici, ipercarismatici, spesso esorcisti e guaritori abusivi, molti di essi sono legati a luoghi di presunte apparizioni, conservatori e tradizionalisti; in campo politico molti di loro sono sovranisti e desiderosi di governi, diciamo cosi', forti e socialmente difensori della morale cattolica tradizionale e dell'assetto sociale di sempre; i nostalgici del passato di potere temporale della Chiesa. Sono anti concilio Vaticano II e di tutto cio' che in campo teologico, liturgico, pastorale e morale da esso ha e ha avuto origine. Per questo sono fieramente e apertamente nemici - alcuni con cui ho avuto contatto lo odiano e non esagero - di Papa Francesco, ritenuto governante abusivo, frutto di brogli di cardinali massoni che vogliono distruggere la Santa Chiesa».
Chi sono
Non pochi di essi considerano Papa Francesco l'Anticristo della fine dei tempi, quello profetizzato dalle Scritture. «Per essi Francesco non puo' essere il vero Papa, lui che accoglie e invita ad accogliere e non giudicare gli appartenenti alle comunita' Lgbt; vuole riempire le nostre nazioni occidentali di emigranti di ogni provenienza; se la intende con l'Islam e non prende posizioni chiare contro di esso, senza combatterlo, anzi dialogando e firmando insieme un documento per la fraternita' universale; uno che pensa e agisce come un comunista; si vaccina e si fa vaccinare con vaccini ricavati da feti abortiti; e' pacifista perche' dice che nessuna guerra e' giusta", dice ancora il vescovo di Teano. "Forse e' arrivato il momento di porre attenzione e seguirli con maggiore cura; mi riferisco, soprattutto, a noi vescovi che per svariati motivi, e soprattutto per evitare scontri e divisioni che potrebbero diventare insanabili e di scandalo per la gente semplice, continuiamo a sottovalutare non prendendo posizioni ufficiali e pubbliche che potrebbero aiutare a far chiarezza, dimenticando, pero', che questo 'scisma in atto' da parte loro e' voluto e, quindi, cercato con molta determinazione» conclude il vescovo Cirulli.