Virus, nella regione più rossa d'Italia
cinqucento ricoveri, ospedali in ginocchio

Martedì 9 Febbraio 2021 di Luca Benedetti
Virus, nella regione più rossa d'Italia cinqucento ricoveri, ospedali in ginocchio


PERUGIA I numeri fanno paura. Gli ospedali rischiano il collasso, mai tanti ricoverati Covid dall’inizio della pandemia: sono 500. Tant’è che la Regione ieri ha chiuso con il lucchetto tutte le strutture: stop alle operazioni improcrastinabili, cioè le programmate, stop all’attività ambulatorie non urgente. Era successo durante il lockdown, si ripete adesso con la provincia di Perugia e sei comuni del Ternano in zona rossa. Il blocco andrà avanti fino a domenica 21, data delle scadenza dell’ordinanza che da ieri ha mandato in risso 675mila umbri.
I TIMORI DI ROMIZI
I numeri fanno paura e la politica inizia a dare segnali di insofferenza. Per tutti le parole del sindaco di Perugia, Andrea Romizi, dette ieri in consiglio comunale dopo la richiesta di chiarimenti dell’opposizione di centrosinistra. Troppo silenzi per troppi mesi la premessa del centrosinistra e Romizi ha detto: «La situazione attuale dell’ospedale è critica per il livello dei posti-letto occupati e del numero di terapie intensive in atto. Il problema continua a essere quello del personale, su cui Perugia ha chiesto risposte alla sanità regionale, risposte che tardano ad arrivare per la difficoltà di espletamento delle procedure. Di positivo c’è una prima crescita dei posti letto, dei quali, tuttavia, si auspica un ulteriore potenziamento».
I NUMERI
I ricoveri dei pazienti Covid ieri hanno toccato quota 500. Non era mai successo. I ricoveri in più sono 16. Dei 500 ben 77 sono ricoveri in terapia intensiva (più 4). In realtà gli ingressi giornalieri sono, nelle terapie intensive, sei in più. Quaranta quelli settimanali. Secondo Agenas è allarme rosso sia nelle terapie intensive che nei reparti di area non critica. Nel primo caso il tasso di occupazione dei posti da parte dei pazienti Covid è del 59%(dato limite ottimale è il 30%) mentre in area non critica si arriva al 54%(dato limite 40%) con una crescita, rispettivamente del 3% e del 2% rispetto a ieri. Un paziente Covid è stato trasferito ieri da Foligno a Siena, per l’ortopedia Perugia ha chiesto aiuto a Branca.
PRESIDI BLINDATI
Il commissario regionale per l’emergenza Covid, Massimo D’Angelo e il direttore alla Salute della Regione Umbria, Claudio Dario, hanno comunicato che fino al 21, è prevista la sospensione delle attività chirurgiche di ricovero programmate procrastinabili e dell’attività di specialistica ambulatoriale procrastinabili. È stato richiesto di chiudere tutti gli accessi agli ospedali consentendo l’ingresso solo dall’entrata principale con sorveglianza e triage, di sospendere le visite ai degenti e limitare l’accesso dei care-giver ai solo testati con tampone molecolare negativo, di potenziare le misure di sorveglianza del personale, sottoporre a sorveglianza tutti gli attuali degenti e a tampone molecolare tutti i pazienti in ingresso come già avviene, da ripetere nei negativi a distanza di 48 ore mantenendo l’isolamento degli ingressi. Proprio all’ospedale di Perugia la variante brasiliana ha innescato la moltiplicazione dei casi.
OSPEDALE DA CAMPO
Da quello che filtra, l’ospedale da campo regionale sarebbe stato consegnato con riserva e in via d’urgenza e consegnate solo le terapie sub intensive e non le intensive.

C’è la possibilità che il materiale delle terapie intensive venga smontato e portato in un locale del Santa Maria della Misericordia per essere riallestito. La Regione starebbe predisponendo una variante in quanto la ditta non avrebbe consegnato il materiale previsto in gara, variante che potrebbe aprire partita da un milione. 

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