PERUGIA - «Avevo perso i sensi.
Assistita dall’avvocato Ruggero Benvenuto, la ragazza vuole contribuire a dare nome e cognome ai suoi aguzzini. Chiaro come anche la visione di quanto gli occhi elettronici della piscina possano aver registrato dovrà poi essere incrociata con gli elementi che stanno emergendo dal racconto delle due giovani e anche dalle testimonianze dell’amico che sarebbe andato a prendere alla stazione di Perugia le due ragazze e con cui sono arrivate alla festa di Ponte Pattoli. Amico che poi nel corso della serata e dopo l’incontro con gli otto giovani si sarebbe allontanato dopo che le ragazze si erano accordate con il gruppo per andare prima a fare un bagno in piscina e poi essere riaccompagnate al treno.
E proprio dalla conoscenza pregressa tra le ragazze e i componenti del gruppo ecco che gli investigatori (in costante coordinamento con la procura) potrebbero desumere altri elementi utili all’indagine e in particolare all’individuazione definitiva dei ragazzi e delle loro singole responsabilità. Secondo quanto si apprende, al vaglio degli investigatori ci sarebbero alcune chat sui social network da cui si evincerebbe non solo la pregressa conoscenza tra le ragazze e il gruppo (risalente a qualche mese fa e avvenuta in un locale notturno cittadino) con tanto di appuntamento per la serata stessa, ma anche elementi importanti per stringere il cerchio sul branco.