In Umbria 140mila sono a rischio povertà, ecco perché rischio consumi

Martedì 18 Ottobre 2022 di Fabio Nucci
In Umbria 140mila sono a rischio povertà, ecco perché rischio consumi

PERUGIA Già nel 2021, una famiglia su quattro, oltre 104 mila in Umbria, non riusciva ad affrontare spese impreviste ed oggi, con il caro energia che attanaglia i conti domestici, il dato umbro rischia un’impennata. Una spallata alla spesa per consumi la cui crescita, secondo le previsioni dello Svimez, nel 2023 sarà dimezzata, con l’Umbria che presenta un dato sul Pil, tra i più deboli in Italia.
Le tensioni internazionali e il caro energia hanno cambiato le carte in tavola e la congiuntura prevista per fine 2022 e il prossimo anno è cambiata nel corso dell’anno, penalizzando imprese e famiglie specie nel Centro-Sud. Lo sostiene lo Svimez, l’associazione per lo SViluppo dell’Industria nel MEZzogiorno, nell’anticipazione sul rapporto 2022 che vede l’Umbria in fondo alla classifica quanto a crescita del Pil, ipotizzando uno “scenario base”. Sia in riferimento al 2022 che ai due anni successivi, la crescita passerebbe dall’8,4% del 2021, all’1,9% dell’anno in corso, per scendere all’1,5 e all’1,3 per cento nei prossimi due anni. Per il 2022, con Molise (+1,7) e Calabria (+1,9), il Cuore verde si colloca “ai livelli più bassi della classifica. Nubi all’orizzonte anche sul versante occupazione, le cui dinamiche passerebbero dal 2,1 del 2021 allo 0,9% del 2023, col 2022 che potrebbe chiudere con un +1,5%. Secondo le previsioni Svimez, l’export il prossimo anno rischia di perdere terreno (-1,7%) per poi rimbalzare nel 2024 (+4,3%). L’irripetibile attività produttiva realizzata nel 2021 rischia di subire un netto ridimensionamento anche in relazione agli investimenti fissi lordi. Una cartina di tornasole della vivacità delle imprese che, pur tenendo conto dei benefici del Pnrr, dal +28,9% del 2021, potrebbe scendere al +7,7% a fine anno, riducendosi ancora nei prossimi, al 3,7 e al 3,4%.
L’altra componente della domanda interna, i consumi delle famiglie, risente delle dinamiche inflazionistiche e di un carrello della spesa nel quale, in alcune regioni del Centro-Sud, i beni di consumo maggiormente colpiti dai rincari pesano di più. Così come conta “l’ampia difformità nella distribuzione dei redditi a livello territoriale”. Ne consegue, per l’Umbria, una crescita della variabile “consumi delle famiglie” in ridimensionamento dal 4,7 del 2021 al 3,7% del 2022, arrivando poi al +2% previsto nei prossimi 2 anni.
FAMIGLIE 
A RISCHIO DEFAULT

Il rapporto Istat su “Condizioni di vita e reddito delle famiglie” già nel 2021 per l’Umbria indicava un rischio di povertà o esclusione sociale, in salita rispetto alle altre regioni del Centro, più in linea col dato del Mezzogiorno. “L’indicatore si riduce nel Centro (21% contro 21,6% del 2020 e 21,4% del 2019), trainato da Marche e Lazio, mentre aumenta in Umbria e rimane invariato in Toscana”, si legge nel rapporto.

Si tratta comunque di valori di gran lunga inferiori alla media nazionale: nel 2021 gli individui a rischio povertà o esclusione sociale erano il 16% in Umbria, il 25,4% in Italia. Rispetto al pre-Covid, si contano tuttavia oltre 22mila soggetti in difficoltà in più. Un gruppo simile di persone in due anni è entrato nello status “bassa intensità lavorativa”: una dimensione che riguarda persone che riescono a lavorare meno di un quinto del tempo che potenzialmente potrebbe occuparle. In due anni nella regione si è passati dal 4 al 6,8% (in Italia dal 10 all’11,7%), da 35mila a 59mila individui. Preoccupa l’evoluzione che, alla luce delle dinamiche attuali, potrebbe subire il rischio povertà che nel 2019 riguardava il 9,8% della popolazione e nel 2021 il 12,1%, con quasi 20mila “nuovi indigenti” segnalati dall’Istat. Più stabile invece la condizione di “grave deprivazione” che nel 2021 interessava circa 17.300 persone: componenti di famiglie che lamentano almeno “quattro segnali di deprivazione” sui nove segnalati. Tra questi, la presenza di arretrati (bollette, canoni rate), non poter riscaldare adeguatamente la casa, non potersi permettere spese impreviste di 850 euro, un’auto, una lavatrice, un telefono, una vacanza o un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni. Un fenomeno che con caro-bollette e carovita rischia di dilagare.

Ultimo aggiornamento: 08:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA