Perugia, stupro in piscina: ci sono due indagati. Hanno 20 e 23 anni. La svolta con le telecamere di sorveglianza

Mercoledì 26 Luglio 2023 di Talita Frezzi
Perugia, stupro in piscina: ci sono due indagati. Hanno 20 e 23 anni. La svolta con le telecamere di sorveglianza
Stupro di Perugia: sono stati individuati e iscritti nel registro degli indagati due giovani ritenuti i responsabili della violenza di gruppo consumata su due ragazze di 19 e 24 anni, fabrianesi, nella notte tra martedì e mercoledì in una piscina a Ponte San Giovanni. Si tratta di un 20enne italiano nato a Perugia e residente e di un 23enne egiziano. Sono indagati in concorso tra loro di violenza sessuale continuata e violenza sessuale di gruppo. Gli investigatori della squadra mobile di Perugia, diretti da Gianluca Boiano e coordinati dal sostituto procuratore Giuseppe Petrazzini hanno lavorato con discrezione e molto tatto, considerando il tipo di reato trattato. Hanno convocato in Procura le due amiche nel pomeriggio di lunedì: le ragazze hanno fornito elementi utili a giungere all’identificazione del branco. Un ulteriore aiuto alle indagini è arrivato dalle telecamere della piscina. E ieri mattina, la svolta all’inchiesta: i due indagati sono ritenuti gli esecutori materiali della violenza consumata soprattutto ai danni della 19enne, che ha subìto lo stupro (l’amica è stata pesantemente palpeggiata). Secondo la ricostruzione degli investigatori il 20enne italiano avrebbe trattenuto a terra la vittima mentre l’egiziano ne abusava. Non si esclude che le stesse imputazioni o comunque altre accuse possano essere contestate al resto del branco, una decina di giovani già tutti identificati. Perugini e nordafricani. Con diverse responsabilità, magari, ma erano comunque presenti a quella brutale e vigliacca aggressione sessuale, non hanno fatto nulla per impedirla. Intanto la Procura di Perugia ha nominato due Ctu: il medico legale Laura Panata e il ginecologo Giovanni Pomili, incaricati di accertamenti irripetibili. Ieri, il conferimento dell’incarico. La consulenza sarà eseguita in settimana. Con ogni probabilità sarà anche nominato un perito informatico forense per gli accertamenti sullo smartphone delle due ragazze: sotto la lente d’ingrandimento del perito vi sono le chat, i messaggi e le immagini. I nickname, i social. La 19enne in quei drammatici momenti mentre riprendeva conoscenza dal torpore provocato dall’abuso etilico (non sono emerse tracce di una intossicazione da stupefacenti) e si trovava in balìa del suo aguzzino, avrebbe visto una foto dello stupro scattata dall’egiziano girare sulle chat e su Instagram. Saranno analizzati anche i telefoni dei due indagati. Ulteriori accertamenti tecnici saranno disposti sul Dna. «Non intendiamo nominare in questa fase nostri periti di parte – spiega l’avvocato Ruggero Benvenuto che tutela la 19enne – il nostro interesse coincide con quello della Procura. A seguito di questa terribile vicenda ha dovuto lasciare il lavoro, suo malgrado. E' ancora comprensibilmente sotto choc».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA