Pazienti disabili picchiati in comunità: in aula i video delle violenze

Lunedì 20 Giugno 2022 di Egle Priolo
Pazienti disabili picchiati in comunità: in aula i video delle violenze

PERUGIA - Braccia torte dietro la schiena, scappellotti e cazzotti. E ancora, pazienti tirati per i capelli o le orecchie, buttati per terra e magari anche chiusi in bagno per 20 minuti. In punizione. Pazienti, tra l'altro, disabili e con problemi psichici. Picchiati e mortificati da chi li avrebbe dovuti curare. Violenze che, a sei anni dai fatti, sono andate in scena nell'aula del giudice Francesco Loschi, viste attraverso i video e ascoltate con gli audio registrati dai carabinieri del Nas all'interno dell'Alveare, la comunità di Torchiagina per cui sono adesso a processo undici persone. Sanitari, responsabili e operatori accusati, a vario titolo, di maltrattamenti, percosse e – alcuni – di sequestro di persona, difesi tra gli altri da Luca Gentili e Alessandro Bacchi e che da anni rinviano con forza al mittente le contestazioni, negando l'uso della violenza nella gestione (difficile, anche per mancanza di personale) dei pazienti.
Ma nelle ultime due udienze, a dar forza alle imputazioni messe nero su bianco dalla procura è stata la testimonianza del tenente colonnello Marco Vetrulli, all'epoca al comando dei militari del Nas.

Vetrulli per circa dodici ore totali ha messo in fila i risultati di tre mesi di indagini, iniziate dopo un esposto anonimo che raccontava le brutalità all'interno della struttura di Assisi e che, nel giugno 2016, avevano portato anche agli arresti di sei persone, tra operatori e responsabile.

VIDEO E INTERCETTAZIONI
In aula, allora, sono stati affrontati, con l'aiuto delle immagini e degli audio, circa 50 episodi di violenza sui duecento che hanno dato corpo alle indagini. Gli episodi più clamorosi, ma non solo, compresi ad esempio il sequestro di un iPod per sentire la musica al paziente che viveva delle sue canzoni nelle orecchie o la promessa di non andare dal parrucchiere alla giovane fissata con il suo aspetto fisico. Punizioni, è stato spiegato, e mortificazioni con cui – secondo le accuse – venivano gestiti i pazienti. Gli avvocati delle difese hanno sottolineato però anche le dimostrazioni di affetto presenti nei video, ma di certo ci sono le lacrime di una mamma di un paziente fragile rimasta profondamente colpita dalla testimonianza di Vetrulli. Al processo, infatti, partecipano anche alcuni dei familiari e dei tutori dei pazienti, costituiti come parti civili insieme anche ad Asl e Regione. A difendersi invece dalle pesanti accuse ci sono Maria Grazia Chiarello, Bogdan Radu Gancean, Rosa Piscitelli, Matteo Servello, Antonio Vasta, Mauro Vito, Luisa Moschiano, Alessio Belardi, Fulvio Fraternale, Irene Macrì Fraternale ed Eleonora Bacchi. Tutti, parlando di debole impianto accusatorio, sono certi di poter dimostrare la correttezza del proprio operato. Dopo le prossime udienze, già calendarizzate per la fine di questo mese, la sentenza di primo grado è attesa al massimo per ottobre.

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