Narni, In treno con 12mila dosi di eroina e cocaina per la piazza di Perugia: Nigeriano incensurato condannato in appello a 4 anni di carcere

Sabato 9 Luglio 2022 di Nicoletta Gigli
Narni, In treno con 12mila dosi di eroina e cocaina per la piazza di Perugia: Nigeriano incensurato condannato in appello a 4 anni di carcere

TERNI - Quattro anni di carcere. La corte d’appello di Perugia conferma la condanna inflitta in primo grado al corriere nigeriano di 28 anni arrestato sul treno a Narni con l’accusa di aver trasportato in un borsone 12mila dosi di stupefacenti tra eroina e cocaina destinate alla piazza perugina.

La vicenda risale al 25 gennaio 2021. Alle otto di mattina due poliziotti stanno facendo un controllo sul treno Roma Termini- Perugia. Poco prima di giungere alla stazione di Narni l’attenzione degli investigatori si concentra su un giovane di colore, che si affretta a nascondere qualcosa in una sacca. Lì dentro i poliziotti trovano un voluminoso pacco di denaro contante, e poi, dentro a una scatola di scarpe, all’interno di due confezioni di liquori, recuperano una serie di sacchetti trasparenti tutti siglati con le iniziali scritte con un pennarello.

Dal bagaglio del 28enne nigeriano, senza alcun precedente, saltano fuori ben 105 ovuli di stupefacenti tra eroina e cocaina e quasi settemila euro in contanti.

Una quantità di droga impressionante, utile a ricavare 11mila dosi di eroina e più di mille di cocaina, tutte destinate alla piazza di Perugia.

Dai celle telefoniche emerge che lo straniero, padre di una bimba in tenera età, di stanza a Napoli, si sposta di frequente tra Roma, Torino, Ferrara, Bologna e Firenze.

Lui, inchiodato dai poliziotti, prova a dire di aver accettato per soldi di trasportare quella borsa da Roma a Perugia e giura di non aver mai immaginato che potesse contenere tutta quella droga.

Una giustificazione che per gli investigatori non regge. Per il 28enne incensurato si aprono le porte del carcere.

Assistito dall’avvocato Massimo Brazzi, a settembre 2021 affronta il processo di primo grado e sceglie il rito abbreviato. Il giudice, Barbara Di Giovannantonio, lo condanna a quattro anni di carcere.

Ieri l’udienza di fronte alla corte d’appello di Perugia. Con i giudici che hanno confermato in toto la sentenza di primo grado.

“A seguito del deposito della motivazione della sentenza di appello - dice l’avvocato Massimo Brazzi - verificheremo la necessità di promuovere ricorso per cassazione per rendere conforme il trattamento sanzionatorio al ruolo concretamente assunto dal mio assistito”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA