Giovanni Boni, medico dello sport:«In campo rispettate le norme anti Covid-19. Protocolli ok»

Martedì 1 Settembre 2020 di Fabio Nucci
Il medico sportivo Giovanni Boni
PERUGIA - Da una parte l’informazione, dall’altra il rispetto delle regole che a maggior ragione valgono per lo sport. A cominciare dal calcio dilettantistico che dal 10 agosto, data del protocollo Figc sulla ripresa di tali attività, si sta riorganizzando anche per la ripartenza delle competizioni. Giovanni Boni, medico dello sport e delegato Fmsi per l’Umbria, come tutti i colleghi della categoria è in prima linea a garanzia della salute di tutti gli sportivi.
Dottor Boni, come medici dello sport come state affrontando l’emergenza Covid nel calcio dilettantistico regionale?
«Il Comitato umbro della Figc ha recepitole linee guida disposte dalla Lega nazionale dilettanti, dando tempestiva notizia a tutti i colleghi medici dello sport che seguono le squadre umbre di tutte le categorie. È stata dimostrata grande attenzione verso gli operatori sanitari, tutelandoli dal punto di vista legale e soprattutto è stata messa in sicurezza, cosa veramente importante, la salute dei calciatori di tutte le età».
In che modo?
«Nei mesi scorsi è stato fatto un grande lavoro da parte della Federazione medico sportiva (Fmsi) in collaborazione col Ministero dello Sport, emanando linee guida sul comportamento da tenere in considerazione della pandemia. Linee guida recepite dal CONI e diffuse alle federazioni sportive affiliate e agli enti di promozione sportiva».
Qualche esempio?
«Nel protocollo proposto, oltre a promuovere il rispetto delle norme igienico/sanitarie da parte delle società sportive, si parla anche di attività di formazione/informazione da svolgere nei confronti degli atleti per migliorarne i livelli di coscienza dei rischi. Grande attenzione viene posta inoltre alle norme di prevenzione anche “fuori dal campo”, a difesa e tutela dell’attività sportiva».
Quanto accaduto in una squadra giovanile perugina dimostra che il rischio-contagio c’è se non si rispetta la quarantena.
«Per lo sport come per la vita sociale in genere è necessario rispettare le regole delle norme igieniche e di prevenzione contagio delle infezioni in genere, da adottare nella vista di tutti i giorni. Lo sport deve rappresentare un mezzo di educazione per vivere meglio e lo sportivo di ogni disciplina dev’essere un riferimento comportamentale per tutti coloro che l’osservano, specie i più piccoli».
Come vede l’attività sportiva amatoriale in tempi di Covid?
«Penso che torneremo gradualmente alla normalità nei prossimi mesi se sapremo comportarci nel modo migliore in relazione alle misure di prevenzione da adottare fuori dai campi di allenamento: usare le mascherine nei posti affollati, norme igieniche accurate, stile di vita sobrio».
Che intende per stile di vita sobrio?
«Significa non fare uso di alcolici e, se maggiorenni, eventualmente solo in modica quantità e non in tarda serata. Significa cercare di assicurare un riposo notturno adeguato (almeno 8–9 ore di sonno); allenarsi regolarmente; alimentarsi in modo equilibrate e idratarsi».
In presenza di sintomi sospetti che si deve fare?
«Per ogni possibile disturbo di salute anche e in modo particolare in relazione alla patologia respiratoria, ci si deve rivolgere al proprio medico di fiducia. La sicurezza assoluta del resto ci sarà data solo da future, speriamo celeri, notizie riguardo ai vaccini».
Ultimo aggiornamento: 14:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA