In collegamento con il salotto di Verissimo, Lapo Elkann ha voluto ricordare così Diego Armando Maradona: «Hanno ironizzato spesso su me e lui, ma io sono contento di essere stato associato a un uomo come Diego, che ha generato luce, passione e va ricordato per le sue grandi doti, non solo quelle calcistiche, ma soprattuto per il suo cuore d'oro.
Ha proseguito poi Lapo Elkann incoraggiato da Silvia Toffanin: «Ci lascia con un grande dolore, perché non averlo più con noi è una grande perdita, non solo per il calcio. Diego è sempre stato vicino a me e a tantissime persone, mostrando una generosità d'animo e di cuore in tutto quello che faceva, non solo sul campo. Con la sua bontà d'animo mi è sempre stato di grande aiuto e supporto. Era affettuoso e lo ero anche io, perché pur essendo adulti per certi versi siamo dei bambini, nel senso che abbiamo delle emozioni più infantili, che non hanno altri, e siamo magari più puri di altri esseri umani. Soffriamo e patiamo il fatto di essere ipersensibili. Ricordo ancora il giorno in cui l'ho conosciuto. Ricordo la partita, 6-1 Napoli Juve. Ero illuminato da lui, è sempre stato una leggenda e un eroe per me».
Al momento Lapo Elkann non è in Italia: «Sono in Portogallo, la terra del mio amore, la donna che amo, che mi sopporta e mi sostiene, e che ringrazio dal profondo del cuore. Terra anche di un altro calciatore, Cristiano Ronaldo, che ha ricordato Maradona con un messaggio molto commovente».
In chiusura la Toffanin domanda a Lapo Elkann se sia ancora sereno come l'ultima volta che lo ha avuto ospite in studio a settembre: «Non posso dire che son sereno, guardando il mondo oggi sono morte tantissime persone, e il tasso di povertà è triplicato. Solo con l'unità si vincerà, e ci vuole a livello europeo, mondiale ma soprattutto umanitario. Senza quello non vinceremo. Per ricordare Diego, solo partendo dagli ultimi vinceremo questa battaglia. Aveva tutti nel cuore e lo dimostrava ogni giorno. Era unico, non solo per i gol e le partite vinte. Un uomo straordinario, puro e dolce. Questo lo ha portato a soffrire così tanto e avere una vita più travagliata di altri campioni».