Soltanto il 18% degli scienziati di alto livello che si occupano di intelligenza artificiale (IA) di tutto il mondo è europeo, ma quasi la metà di loro se n'è andato a lavorare fuori dall'Europa. A restare è stato solo il 10%. È la fotografia del settore scattata dallo studio del Paulson Institute di Chicago al centro oggi di un dibattito durante la sessione plenaria del Comitato economico e sociale europeo (Cese). «L'intelligenza artificiale continua a cambiare il modo in cui viviamo, lavoriamo, impariamo e interagiamo», ha detto Christa Schweng, presidente del Cese, sottolineando che è venuto è il momento di andare oltre e «mettere in pratica valori reali per il futuro digitale europeo».
Ricerca, medici e ingegneri alleati per il cuore: centro PoliMi-Monzino è accordo quadro
Secondo il capo del Forum globale economico sull'intelligenza artificiale, Jayant Narayan, la nuova tecnologia è ormai molto pervasiva, tanto che «tra il 30 e il 40% delle entrate recenti di Amazon è derivato da raccomandazioni ai consumatori basate sull'IA». Per questo motivo, «fiducia e trasparenza sono essenziali», ha aggiunto Narayan. I rappresentanti del Cese hanno quindi messo in evidenza che grosse differenze permangono tra Ue e Usa, dove c'è stata una recente approvazione bipartisan della legge sull'innovazione e la concorrenza, che finanzierà con 250 miliardi di dollari le nuove tecnologie.