ChatGpt perché sembra vivo? Come imita l'uomo? Diventerà più intelligente di noi? Domande (e risposte) chiave

Perché il robot è in grado di fare conversazioni e perché ci sembra senziente

Martedì 28 Febbraio 2023 di Marta Giusti
ChatGpt cos'è? Quanto capisce quello che fa? Domande e risposte sulle nuove macchine generative

Intelligenza artificiale, quali sono le ultime novità? Il tema del momento riguarda i chatbot, cioè le applicazioni software (i bot) usati per interagire con le conversazioni umane in modo naturale. I chatbot sono già molto diffusi e sicuramente navigando nell'internet vi sarà capitato di incrociare e di interagire con un chatbot. Ad esempio quando entrate in un sito si apre una piccola finestra di conversazione dove vi si dà il benvenuto e vi pongono domande per capire perché siete approdati su quel sito, cosa state cercando. Quel robottino che sta dietro quella chat è ambizioso: è come un servizio clienti che promette di essere pazienti e di dare una risposta a un vostro bisogno. Il chatbot più famoso del momento è ChatGpt. Proviamo a capire come funziona e perché è diventato così famoso. ChatGpt infatti è più evoluto rispetto a quel robottino che ha in canna molte risposte ma comunque molto limitate e "standardizzate". ChatGpt è stato addestrato per sostenere una conversazione molto più complessa di quella che è in grado di fare il chatbot di un negozio di mobili (dove, semplificando, alla parola "finestra" corrisponde una gamma di finestre da vendere e basta).

Cosa è ChatGpt? 

ChatGpt è un chatbot sviluppato da OpenAI, un centro di ricerca sull’AI (intelligenza artificiale) che ha sede a San Francisco, in California. È stato lanciato il 30 novembre 2022 ed è un prototipo molto potente e versatile di un algoritmo di natural language processing. Che vuol dire? Che ci troviamo di fronte a un tipo di intelligenza artificiale (machine learning, apprendimento automatico) addestrata su grandissime quantità di dati e database. La novità rispetto ai software precedenti è che è in grado di leggere, riassumere e tradurre testi, e di prevedere le parole future in una frase. In questo modo può generare frasi simili a quelle che pronunciano o scrivono gli esseri umani. Impara e impara in fretta ChatGpt perché aggiorna i suoi algoritmi. Se avete provato a interagire, a "conversare" con ChatGpt (provaci) avrete notato che le risposte spesso risultano strane, ambigue facendo temere che il bot sia diventato senziente, cioè consapevole del mondo che lo circonda.

Ma è così?

Il chatbot è vivo?


No. Non è vivo, non è un essere umano. A giugno, un ingegnere di Google, Blake Lemoine, ha affermato che una tecnologia simile a quella dei chatbot in fase di test all'interno di Google era senziente. È falso. I chatbot non sono coscienti e non sono intelligenti, almeno non nel modo in cui lo sono gli esseri umani. Per cui, se delegheremo ai chatbot compiti che hanno bisogno della nostra supervisione, della nostra accuratezza e della nostra sensibilità stiamo mettendo la nostra intelligenza in competizione con una macchina (accettando che quest'ultima possa avere la meglio e quindi accettando l'esito peggiore: il rischio di raccogliere e processare informazioni che possono essere false, non corrette). Se invece deleghiamo al chatbot operazioni meccaniche che sono parte di un processo più articolato, svolto interamente da noi, può essere un valido aiutante. Chiariamo: il bot non capisce cosa sta facendo, non è dotato di coscienza. Svolge i compiti che le assegniamo in base a un modello statistico, probabilistico. E quindi, può generare informazioni inesatte, non vere.  


Ma allora perché ci sembrano vivi?


Partiamo da un sistema più semplice di ChatGpt: il chatbot di Bing che è alimentato da un tipo di intelligenza artificiale chiamata rete neurale. Se state pensando a un cervello computerizzato, siete fuori strada: il termine è fuorviante. Una rete neurale non è altro che un sistema matematico che apprende abilità analizzando grandi quantità di dati digitali. Esaminando migliaia di foto di gatti, per esempio, una rete neurale può imparare a riconoscere un gatto. Noi usiamo reti neurali ogni giorno. Dove, quando?  Quando utilizziamo la tecnologia che identifica persone, animali domestici e altri oggetti nelle immagini pubblicate su servizi Internet come Google Photos, per esempio. La rete neurale è quella che permette il funzionamento di Siri e Alexa, gli assistenti vocali di Apple e Amazon che riconoscono le parole che pronunciamo quando diamo loro un ordine. La rete neurale è quella alla base dei traduttori online, come Google Translate. Le reti neurali sono molto brave a imitare il modo in cui gli esseri umani parlano e si esprimono. 

Come fa a imitare il linguaggio umano?


Sono almeno cinque anni che i ricercatori di aziende come Google e OpenAI  studiano e costruiscon reti neurali in grado di imparare da enormi quantità di testo digitale, tra cui libri, articoli di Wikipedia, registri di chat e ogni altro tipo di materiale pubblicato su Internet. Le reti formano mappe organizzate per svolgere molti compiti molto diversi: dal generare tweet, comporre discorsi, scrivere programmi per computer e, sì, anche avere una conversazione e di ricordare quelle conversazioni.

È sempre attendibile?

No. ChatGPT è credibile ma non affidabile perché "rilascia" risposte credibili ma naturalmente può incorrere in errori: le sue risposte in quel caso sono sbagliate nonostante siano presentate senza margini di dubbio e con una dialettica convicente. È un algoritmo, potente, ma un algoritmo addestrato su un database. Perciò può avere problemi matematici e generare risposte senza senso, inesatte. Le informazioni ottenute andranno sempre verificate accuratamente. 

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