Milan-Napoli, probabili formazioni: oggi il provino decisivo per Raspadori

Elmas falso nove è la soluzione d'emergenza

Mercoledì 12 Aprile 2023 di Pino Taormina
Jack Raspadori in allenamento

Jack pigliatutto. Vero, quello è l'asso. Ma l'asso non c'è: è rimasto a Castel Volturno come era previsto da tempo anche se un po' qualcuno, in cuor suo, sperava nella guarigione-lampo. No, stasera in Champions Osimhen non ci sarà: la distrazione al muscolo non fa stare sereni. Dunque, nessun miracolo a Milano. E per capire se farà in tempo per la gara di ritorno bisogna attendere le convocazioni del match con il Verona: se ci sarà, allora giocherà col Milan. La sensazione? È una situazione complicata. Un guaio, certo. Perché il Napoli è Osi-dipendente. Nessuno la prenda a male. «Possiamo andare avanti anche senza di me», ha detto in una intervista al Daily Mail.

Certo, lui avrebbe dato una grande mano a scalare questa montagna chiamata Milan. Che è anche una montagna di finali di Coppa dei Campioni (chiamiamola sempre così, come una cara vecchia amica). La storia è tutta questa argenteria che brilla sotto il cielo senza nuvole di Milano, pieno di sole e ansia. E che mette i brividi. Anche se è giusto ricordare che l'ultima Champions vinta dai rossoneri è lontana 15 anni, nessuno del Napoli attuale aveva ancora debuttato in una gara ufficiale e che da allora, al massimo, il Milan è arrivato agli ottavi di Champions.

Mai più non esiste, però quant'è difficile arrivare fin qui e quanto sarebbe doloroso scendere dal treno proprio adesso. Simeone è out e lo sarà per almeno 25 giorni. Raspadori deve prendersi addosso il peso dell'attacco: non sta bene, ma deve stringere i denti, giocare sul dolore se ancora ce l'ha. È la notte degli uomini veri e tutto gira attorno al ragazzo preso dal Sassuolo e strappato proprio al Milan da De Laurentiis. Serve il suo candore in notti come quella che attende il Napoli. Certo, oggi il test finale potrebbe anche fargli alzare bandiera bianca. In quel caso scatterebbe la chiamata ai riservisti: Elmas falso nove (lo ha provato l'altro giorno Spalletti), oppure uno tra Kvara e Lozano là nel mezzo. Vedremo: da lassù si può solo cadere, ma vuoi mettere il panorama sull'universo che si vede dall'altro di uno storico quarto di finale. Il Milan è la suggestione della sua storia immane, è la collezione di trofei in fila come soldatini nel museo del club: ma lo erano anche l'Ajax, il Liverpool, i Rangers di Glasgow. E il Napoli è passato sopra la storia. Per il Napoli di oggi, il Milan appare soprattutto come un'impresa possibile: certo neppure Anguissa e Zielinski stanno benissimo, non è certo questo il periodo in cui Kim sembra più lucido. Ma tant'è: stavolta gli azzurri possono rovesciare tutto il peso dell'attesa addosso al nobile avversario, niente hanno da perdere. Certo, quei 22 punti di differenza dicono altro.

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La squadra è fatta: Olivera la spunta su Mario Rui e, come detto, Lozano su Politano. In difesa c'è Kim che ieri ha spiegato le difficoltà di quanto sia lontano il sogno di arrivare a Istanbul. «Ogni partita è molto dura e questa con il Milan è durissima. Non credo che dovremmo ancora pensare alle semifinali, dobbiamo concentrarci prima sui quarti di finale e trattare ogni partita come se fosse una finale. Come abbiamo fatto in campionato. Lo scudetto? Non riesco a immaginarmi ancora quel giorno». Mario Rui sorride: «Il mio ricordo più bello è la Coppa Italia vinta con il Napoli che è l'unico titolo che ho vinto in azzurro. Spero quest'anno di aggiungerne almeno un altro...». 

Ultimo aggiornamento: 15:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA